A parte tutte le frasi fatte sul tema del veganesimo, una delle affermazioni che più mi sento ripetere è “non ti invito a cena perché non so cosa farti”.
Vorrei rassicurare tutti quelli che vorrebbero invitarci a cena o a pranzo, ma sono tormentati dal panico di non accontentarci: e siamo gente semplice e vu ci contentate con poco, bastano du verdure fatte a modino.”
Ecco allora la ricetta “salva cena col vegano”, un piatto della cucina tipica della Basilicata, semplice, fatto con ingredienti comuni e per tutti questi motivi, buono da morire:
Ciambotta Lucana (*)
Ingredienti per 4 persone
2 cipollotti freschi
1 spicchio di aglio
2 Peperoni
1 Melanzana
3 Patate
2 Zucchine
200 gr di Pomodori ciliegia
Qualche foglia di basilico
Origano
Olio extravergine di oliva
Sale e Pepe
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Iniziate preparando tutte le verdure. Sbucciate le patate e tagliatele a quadretti, lasciandole immerse in acqua fredda fino al loro utilizzo. Tagliate anche la melanzana a quadretti, compresa la buccia e mettetela in un colapasta con un cucchiaio di sale grosso ed un peso sopra e lasciatela riposare. I pomodorini andranno tagliati a metà, mentre le zucchine, dopo essere state accuratamente lavate, dovete tagliarle a rondelle piuttosto spesse.
Infine pulite i peperoni dai semi e tagliateli a rombi.
Pulite e tagliate i cipollotti a fette sottili. Fate scottare in un tegame con poco brodo vegetale o acqua e quando il liquido si sarà ritirato aggiungete due cucchiai di olio evo. Fate rosolare per un paio di minuti e aggiungete l’aglio tritato, privato dell’anima centrale.
Adesso aggiungete le melanzane dopo averle sciacquate dal sale e lasciate cuocere qualche minuto a fuoco medio, quindi unite le patate. Trascorsi altri cinque minuti, aggiungete i peperoni e infine, zucchine e pomodori. Fate cuocere per altri 15 minuti e a fine cottura aggiustate di sale e pepe ed aromatizzate con le foglie di basilico spezzate a mano e dell’origano fresco o essiccato.
Portate in tavola con un filo di olio evo a crudo.
Un’idea per servire la ciambotta come antipasto con una veste sfiziosa, può essere quella di servirla svuotati dalla mollica.
(*) Ricetta tratta dal libro di Gabriele Palloni, “La cucina regionale italiana vegana” (Newton Compton editori)
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