Giovedì 2 febbraio la conferenza Stato-Regioni dovrà decidere se dare via libera al Piano lupo elaborato in sede di ministero dell’Ambiente, un progetto contestato da tutte le associazioni animaliste e ambientaliste, soprattutto per una delle 22 azioni previste, ossia la possibilità di uccidere fino al 5% degli esemplari che vivono in Italia (in tutto circa 1500 secondo le stime più attendibili).
La facoltà di uccidere, presentata come una necessità al fine di contenere la popolazione dei lupi, ha in realtà motivazioni prevalentemente politico-ideologiche: serve a mostrare ai veri promotori di questa norma, cioè le organizzazioni di allevatori e agricoltori, che il governo è risoluto e deciso a usare ogni mezzo per dare manforte alle aziende zootecniche in crisi e – in aggiunta – finisce per legittimare il bracconaggio, già ampiamente praticato, superando il divieto assoluto di cacciare i lupi in vigore ormai da decenni.
Attorno al lupo si gioca quindi una partita politica e simbolica, con le organizzazioni di allevatori e agricoltori che sembrano concentrare sui lupi la responsabilità di una crisi produttiva e commerciale che ha ben altra natura: l’eliminazione del 5% dei lupi, ma anche – per ipotesi – di percentuali molto superiori, non potrebbe certo invertire una rotta dovuta a ragioni di mercato (le stesse ragioni che spingono, per abbassare i costi, ad abbandonare molte greggi al pascolo senza sorveglianza, facilitando le aggressioni dei predatori).
Mettere nel mirino il lupo, con la sua lunga storia di spauracchio nella cultura popolare, permette di individuare un “nemico” e di sfogare su di lui rabbia e frustrazione. Il ministro dell’Ambiente ha assecondato questa comoda diversione, cogliendo l’occasione per esibire i muscoli, a costo di scatenare la protesta compatta di tutto il mondo ambientalista e animalista (e qui gli “esperti” che hanno avallato il Piano lupo dovrebbero farsi un piccolo esame di coscienza).
Alcune Regioni (Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Campania, Lazio, Liguria) hanno manifestato dubbi e qualcuno ha chiesto di sospendere la decisione sul punto riguardante la facoltà di uccidere i lupi. In attesa di una decisione, l’SOS lupo dev’esser ancora gridato con forza (lo fa anche Lupo Alberto, creatura di Silver, in appoggio alle iniziative del Wwf Italia).
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