Il 28 aprile 2017 inizierà il processo alle tre attiviste e due attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill che, il 20 aprile 2013, occuparono lo stabulario del Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano.
Il gesto dei cinque attivisti, compiuto a volto scoperto, rappresenta un atto di coraggio ma anche un tentativo di andare oltre i limiti della legge per ottenere giustizia. Dove l’accusa “vede” reati di invasione di edificio pubblico, violenza privata e danneggiamento, noi vediamo un’azione volta a garantire il diritto alla vita ad esseri viventi che vengono reclusi, torturati e uccisi.
Per questo gli attivisti devono essere #assoltipergiustacausa. È questo l’hashtag che lanciamo per sostenerli. Hanno bisogno di tutti noi, di non essere dimenticati ma ancor di più di ravvivare la memoria di quell’azione.
Sostieni, diffondi, partecipa!
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Perché l’occupazione di farmacologia (la cronostoria)
L’occupazione, e la successiva liberazione a volto scoperto, non fu un’azione isolata e fine a se stessa ma ultima tappa, in ordine di tempo, di un percorso iniziato anni prima.
Nel 2010, chiuso l’allevamento Morini di San Polo d’Enza (Emilia Romagna), in Italia rimaneva in attività un’unica fabbrica di “cani cavia”, ovvero quella della Green Hill srl di Montichiari, in provincia di Brescia, di proprietà della Marshall Farms, multinazionale statunitense leader nella commercializzazione di animali da laboratorio.
Nel 2010 prende vita la campagna, ideata e condotta dagli attivisti ed attiviste del Coordinamento Fermare Green Hill, che porterà, dopo azioni eclatanti come l’occupazione del tetto di uno dei capannoni e la liberazione in pieno giorno di un’ottantina di cani e in seguito alla chiusura dell’allevamento, al sequestro e al salvataggio di tutti gli individui lì rinchiusi.
Nel settembre del 2012, dopo due anni di battaglie, i cinque capannoni dell’allevamento sono ormai vuoti. Più di 3000 cani (cuccioli, fattrici, riproduttori) ne sono usciti per andare verso una nuova vita. I dirigenti, il veterinario, i dipendenti della ASL, verranno da lì a poco inquisiti (e condannati) per maltrattamento animale.
Persino il commercio di furetti da compagnia della Marshall in Italia, dopo poche settimane di campagna ed un solo presidio, viene definitivamente smantellato.
Una vittoria senza precedenti. Il gigante della sperimentazione sconfitto da uno sparuto gruppo di persone senza mezzi, senza agganci politici, ma sorretto da una strategia ben studiata e dal supporto di migliaia e migliaia di persone.
Si tratta però di una vittoria, dichiarano gli stessi attivisti, pur sempre parziale e circoscritta. Perché se gli edifici sulla collina di Montichiari sono vuoti, non altrettanto si può dire delle centinaia, migliaia di laboratori in Italia e nel mondo. L’arrivo – pochi mesi dopo la conclusione della campagna – di due carichi di beagle provenienti da uno degli allevamenti della Marshall ancora attivi (uno, destinato alla Menarini di Pomezia, verrà fermato ed i cani tratti in salvo; l’altro, di 32 cuccioli, verrà invece inghiottito per sempre oltre i cancelli della Glaxo di Verona) ne è la triste dimostrazione.
Svuotato Green Hill, la guerra contro la sperimentazione animale è lungi dall’essere vinta.
E’ da questa consapevolezza che prende piede l’idea di una nuova campagna, e di una nuova azione che sia in grado di smuovere coscienze ed un dibattito interno alla società sulla liceità etica di imprigionare e torturare esseri senzienti in nome del progresso medico – scientifico.
Vengono scelti un nome, un luogo ben preciso, ed una data. Il 20 aprile. Questa data ricade all’interno della settimana dedicata al ricordo e alla solidarietà verso le vittime della vivisezione. Il 24 aprile di ogni anno, infatti, si celebra la Giornata Mondiale per gli animali nei laboratori.
La data, scelta nel 1979 dall’associazione inglese NAVS (National Antivivisection Society), e riconosciuta persino dalle Nazioni Unite, viene celebrata in tutto il mondo con proteste e manifestazioni, anche nei giorni immediatamente precedenti e successivi.
Non è un caso che la prima manifestazione organizzata contro Green Hill sia stata proprio il 24 aprile del 2010.
Dopo Green Hill il nuovo obiettivo è dunque lo stabulario di Farmacologia dell’Università di Milano. E’ infatti proprio a Milano che si celano, dietro anonimi edifici, decine di laboratori. Di questi, almeno venti sono quelli universitari. Molti lavorano per aziende private.
All’interno dei laboratori vengono creati animali transgenici, compiuti esperimenti su sostanze d’abuso, su malattie degenerative, psichiatriche, sul comportamento degli animali da laboratorio, per il “progresso della medicina sperimentale”, sulle patologie che affliggono gli animali chiusi negli allevamenti intensivi, e che ne limitano la produttività.
Anche il nome dato alla campagna è ben ponderato e denso di significato: “Abbattiamo il muro di silenzio”.
Il comunicato con il quale, in quell’aprile del 2013, il Coordinamento chiama a partecipare al corteo, termina con questa frase: “E’ l’informazione la base della rivoluzione”.
Come accade anche per ogni altra forma di sfruttamento e dominio, sia esso rivolto a lavoratori schiavizzati del terzo mondo o animali massacrati in matttoio o laboratori, sono silenzio e mancanza di informazione, mura invalicabili e porte chiuse, distanze spaziali e concettuali a rendere l’inaccettabile accettabile. E quel giorno questo è stato fatto. Quel giorno sono stati diffusi all’esterno non solo i dati relativi ai protocolli, ma anche la quotidiana realtà di chi quei protocolli li subisce.
Centinaia e centinaia di individui rinchiusi in scatole di plastica impilate su scaffali, dentro stanze senza luce naturale, senza aria, con il continuo rumore delle ventole di areazione. Animali immobilizzati dalla paura, o in continuo frenetico movimento all’interno delle loro minuscole gabbie.
Quel giorno, mentre un gruppo di attivisti effettuava un diversivo per attirare l’attenzione del custode e di eventuali guardie, e mentre il corteo indetto si radunava avanti alla Stazione Centrale, i cinque scavalcavano i cancelli dell’Università, salivano i quattro piani di scale e facevano irruzione nello stabulario.
Bloccavano le porte legandosi ai maniglioni antipanico per il collo. E cominciavano a diffondere all’esterno le immagini degli animali prigionieri, i testi dei protocolli attivi, i dati dei registri di carico e scarico (con macabra ironia conservati in un fasciolo dal titolo “Destinazione Heaven” (destinazione Paradiso) con i numeri degli animali uccisi, persi, scomparsi, morti, smaltiti come rifiuti.
Da lì uscirono a tarda sera, dopo una serrata trattativa con i portavoce dell’ateneo, portando con loro, in salvo, quattrocento topi ed un coniglio, e accordi per la successiva liberazione di tutti gli altri individui, liberazione alla quale, invece, l’università si è poi sempre opposta.
Ora il processo avrà inizio. Gli attivisti sono accusati di occupazione, violenza privaga e danneggiamenti.
Questo il loro comunicato:
Il 28 aprile avrà inizio il processo contro cinque attivisti del Coordinamento Fermare Greenhill per i reati dell’occupazione dello stabulario di Farmacologia dell’Università Statale di Milano.
Era il 20 aprile 2013.
Per più di dieci ore gli attivisti rimasero dentro allo stabulario per mostrare l’ordinaria brutalità della sperimentazione animale.
Uscirono immagini e informazioni che mai i ricercatori renderebbero pubbliche.
Furono documentate le condizioni di vita degli animali ”sacrificati”per la ricerca.
Centinaia di persone risposero alla nostra richiesta di sostegno in modo da dar vita ad un fondamentale presidio sotto l’edificio.
Oggi chiediamo ancora il vostro supporto.
Perchè quei cinque dovranno affrontare il processo.
Rispondere dei reati di invasione di edificio pubblico, violenza privata (perchè erano allucchettati per il collo impedendo l’accesso allo stabulario), danneggiamento (nulla è stato danneggiato ma i ricercatori ritengono che col solo ingresso siano stati vanificati anni di ricerca).
In aula diremo la verità.
Ovvero che rifaremmo mille volte quanto fatto.
Perché vogliamo giustizia per tutti coloro a cui quel giorno è stata negata
la libertà e la vita, e per le migliaia di individui rinchiusi e”sacrificati” nei laboratori di tutto il mondo.
Il 28 aprile ricorre anche il quinto anniversario di quel bellissimo giorno a Montichiari passato alla storia, quando, in pieno giorno, fu assaltato l’allevamento, sfondate le reti e liberate decine di cani.
Ancora e di nuovo, vogliamo continuare ad abbattere il muro di silenzio che consente alla vivisezione di esistere.
Partecipa, diffondi, sostienici.
Sito ufficiale: http://dentrofarmacologia.org/
Facebook: controgreenhill
Grazie di cuore per tutto ciò che fate, portavoce di chi non ha voce.
Grazie a te per la stima e il sostegno