Il filosofo Gianni Vattimo si unisce all’appello di scrittori, intellettuali e naturalisti che chiedono al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, di fermare la legge speciale che prevede l’abbattimento di 250 mila cinghiali. Ecco la inviata dal professor Vattimo a Enrico Rossi.
Gianni Vattimo
IIlustre presidente, unisco la mia voce a quella di molti colleghi che già le hanno scritto per richiamare la Sua attenzione sulla necessità di bloccare la cosiddetta legge 27, che sta per essere approvata dal Consiglio regionale, e che aprirebbe la via a una strage di animali ungulati, anzitutto di cinghiali, la cui caccia sarebbe così incoraggiata.
Condivido in modo particolare le ampie argomentazioni umanitarie contenute nella lettera del prof. Lombardi Vallauri, ricca di considerazioni filosofiche a cui spero che Lei sia sensibile. Se anche la tradizione da cui veniamo si è costruita in gran parte sul macello degli animali non umani, ma nostri simili in quanto capaci di soffrire e di provare emozioni, è evidente, anche in base a considerazioni ecologiche sempre più urgenti, che oggi è possibile e necessario uscire da questa preistoria umana e costruire una società meno violenta.
Il rispetto della vita animale è la base senza di cui il progetto di umanizzazione del mondo non può sperare di realizzarsi.
Un deferente saluto e molti auguri per il Suo lavoro.
Gianni Vattimo, professore emerito di Filosofia teoretica, Università di Torino
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