Il consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge regionale Remaschi (sì di Pd, Forza Italia, Fdi; astenuta la Lega; contro M5S e sinistra), una liberalizzazione della caccia lunga tre anni, con l’obiettivo di eliminare migliaia e migliaia di ungulati, con la contestuale attivazione di una filiera della carne selvatica.
La Regione Toscana ha compiuto la sua scelta politica, con una dichiarazione di guerra ai suoi animali e alla natura. E’ una scelta che viene dal passato e attesta la giunta regionale su posizioni di estrema retroguardia, sia politica sia culturale. La nostra società, così intrisa di inutile violenza, avrebbe bisogno di fare pace con l’ambiente e con gli esseri viventi. La Regione Toscana, per affrontare le richieste di agricoltori e viticoltori, poteva mettersi all’avanguardia, cercando soluzioni non cruente, moderne, di lungo periodo, come è possibile fare e come altrove si fa, collaborando con i centri di ricerca più avanzati e inviando a tutti un messaggio di civiltà. Ha scelto invece la via più sbrigativa e più cruenta, affidando ai cacciatori il compito di compiere un inutile massacro, che renderà la Toscana rossa ormai solo di sangue e di vergogna. Continueremo a impegnarci contro questa deriva venatoria oltranzista.
Il commento di due dei firmatari dell’appello a fermare l’iter della legge
Silvia Buzzelli, giurista, Università di Milano: “L’alternativa al massacro di esseri viventi c’è e sempre. In ogni luogo, in ogni momento”.
Giulio Giorello, filosofo della scienza, Università di Milano: “‘Il non ci sono alternative’ è, come diceva il poeta John Milton, l’argomento dei tiranni. Vi sono vicino in questa duplice lotta contro la caccia come massacro e contro la scelta reazionaria dei politici toscani“.
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