Il 22 febbraio 2016 Alexander Langer avrebbe compiuto 70 anni. Ecologista, amico della nonviolenza, fondatore in Italia delle Liste Verdi, Alex Langer è stato un uomo politico fra i più originali del dopoguerra.
Nel suo Sud Tirolo, fu il più tenace oppositore della contrapposizione “etnica” fra “italiani” e “tedeschi”; portò la questione ecologica al centro del dibattito politico; si impegnò, come nessun altro, durante la guerra in Jugoslavia per affermare soluzioni nonviolente e non nazionaliste. Fu un formidabile costruttore di ponti, forte di una cultura fortemente europea.
Sclese di togliersi la vita, a Firenze, il 3 luglio 1995, lasciando un messaggio ad amici e compagni: “Continuate in quello che era giusto”. Alex Langer ha lasciato un vuoto enorme nella politica italiana ed europea; la sua visione, forse, avrebbe contribuito a dare un futuro a una sinistra, che oggi appare spenta nelle idee e debole nella prassi.
Zenone Sovilla, nel contributo audio, dice che Langer è stato “il politico più profondo della nostra epoca” e che non ha trovato eredi. Il suo esempio merita però di essere conosciuto e studiato. Nel podcast, oltre all’introduzione di Zenone, un brano di un bell’intervento di Alex Langer alla presentazione di un libro di Enzo Tiezzi (dall’archivio di Radio Radicale).
Qui un intervento di Lorenzo Guadagnucci: “Com’è stato possibile dimenticare Alex Langer?”
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