La Regione Toscana sta preparando una legge che porterà al più grande sterminio di animali legalizzato e anzi deciso da una pubblica amministrazione che si ricordi. Si parla di ben 200mila individui – fra cinghiali, caprioli, daini, cioè ungulati – da uccidere, circa la metà della popolazione toscana di ungulati, secondo le stime dell’assessore Remaschi. Si tratta di una legge caldeggiata e molto attesa soprattutto dai cacciatori, che potranno avere mano libera per un lungo periodo, senza limitazioni di sorta, e anzi ricevendo dalla Regione la patente di soggetti privati che svolgono una sorta di pubblico servizio, peraltro divertendosi.
La Regione Toscana porta avanti questo progetto, sollecitata anche dagli agricoltori che lamentano danni alle coltivazioni, e sull’onda di una psicosi che ha creato un nuovo nemico pubblico, il cinghiale, ormai descritto – a dispetto dell’etologia e dell’evidenza – come un animale pericoloso, che attacca l’uomo e porta pericoli continui.
La Regione Toscana non ha prestato interesse nemmeno agli studi scientifici che dimostrano come l’obiettivo di riduzione della popolazione di ungulati è regolarmente fallito, in passato, con le strategie di abbattimento, che si sono quindi risolte in inutili carneficine.
Altre sono le strade percorribili per ridurre la popolazione di ungulati (sovrapopolamento creato peraltro dalle scellerate introduzioni di cinghiali importati da parte di organizzazioni venatorie), a cominciare dalla sterilizzazione, proseguendo con la protezione delle colture e la tutela della integrità dell’habitat dei selvatici, inclusa la presenza dei naturali predatori (anche loro avversati nella psicosi collettiva che sta trasformando gli animali selvatici, fra i pochi individui davvero liberi ancora esistenti, in una minaccia permanente).
La Regione dunque sfida la scienza, le conoscenze e le esperienze compiute, respinge ogni ipotesi che cerchi di minimizzare la violenza, e si affida al senso comune, mai come in questo caso nemico del buon senso. Le associazioni venatorie sono assai felici e mai come in questo momento in sintonia con i poteri pubblici locali: la Regione, oltretutto, intende creare una filiera della carne di cinghiale, rendendo così permanente il ciclo di sovrapopolazione-decimazione-sovrapopolamento dei cinghiali (è noto che le uccisioni casuali praticate dai cacciatori hanno l’effetto immediato di aumentare le nascite, poiché le femmine superstiti aumentano i periodi di fertilità).
Martedì 29 settembre a Firenze, davanti al palazzo del consiglio regionale, si è svolto un presidio indetto da alcune associazioni animaliste per contestare la legge regionale e l’estremismo venatorio che ispira la giunta di Enrico Rossi. Ma gli assessori sono chiusi nei loro palazzi, indifferenti come non mai.
Al presidio abbiamo incontrato e intervistato il professor Luigi Lombardi Vallauri, docente di filosofia del diritto, da tempo impegnato nella tutela della dignità animale, che definisce “assurda e mostruosa” la legge regionale toscana in via di definizione.
L’intervista con il professor Luigi Lombardi Vallauri
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