Alla fine Sergio Rubini ha deciso di togliere le bocce con i pesci rossi dal suo spettacolo. La segnalazione partita dall’associazione Gabbie Vuote ha dunque avuto effetto. La compagnia – e il Teatro della Pergola di Firenze – nello spettacolo di venerdì, il primo dopo la segnalazione ai vigili urbani, hanno collocato sulla scena, al posto della sfera di vetro col pesce vivo – immagine simbolo sui cartelloni dello spettacolo – un acquario diverso son un pesce finto all’interno; il secondo pesce, che entra in scena verso la fine dello spettacolo, era invece vivo, ma chiuso in un acquario a forma di parallelepipedo col lato lungo sdraiato (la forma sferica infligge particolari sofferenze perché limita il contatto con l’aria).
La compagnia si è dunque data da fare per rispettare le normative che vietano l’uso delle sfere di vetro per i pesci e il divieto di utilizzare animali vivi durante gli spettacoli (il regolamento comunale fiorentino fa eccezione per i i circhi) e c’è da sperare che nelle prossime tappe dello spettacolo entrambi i pesci siano meccanizzati. Il regista e la compagnia hanno senz’altro agito senza cattiveria, spinti dall’abitudine, ossia da una prassi che considera i pesci rossi (e non solo loro) come semplici oggetti. Gli animali – tutti gli animali – sono invece individui degni di rispetto; il regista, gli attori, le strutture del Teatro della Pergola e tutti gli spettatori hanno avuto un’occasione di riflessione.
Ora le associazioni animaliste hanno chiesto alla compagnia la consegna dei pesci.
bella prova da parte di tutti di un GRAN RISPETTO.
anche questi gesti sono da applausi!
In verità a Roma, all’Ambra Jovinelli, i pesci sono tornati nella boccia di vetro, a dimostrazione che la mancata consegna dei pesci era il segno che la storia non era finito. A Firenze li hanno tolti per via della visita dei vigili urbani; a Roma, hanno trovato una scappatoia grazie alla Asl. Ciascuno giudichi il tasso di sensibilità e di attenzione alle vite altrui dimostrato dalla compagnia.
Qui la ricostruzione di Margherita D’Amico, che aveva dato inizialmente credito alla “sensibilità” della compagnia http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2015/12/03/e-i-pesci-invece-vanno-in-scena/