Pesci rossi, chiusi in una boccia sferica, sul palco di uno spettacolo teatrale. Accade a Firenze e l’associazione Gabbie Vuote ha segnalato il fatto ai vigili urbani ipotizzando che si tratti – a termini di legge – di maltrattamento di animali e chiedendo che l’uso dei pesci sia interrotto. Pubblichiamo il testo della presidente Mariangela Corrieri e un nostro commento
Gentili signori
ieri sera la Polizia municipale – Pronto intervento – ha effettuato il sopralluogo presso il Teatro La Pergola (via della Pergola 12/32 Firenze) dove si è svolto lo spettacolo“PROVANDO DOBBIAMO PARLARE” – regia Sergio Rubini.
Durante lo spettacolo sono apparsi in teatro (come da foto allegate), prima uno e poi l’altro, due pesci rossi imprigionati in una boccia di vetro. Purtroppo questa partica sembra congeniale al regista in quanto anche nel suo film omonimo, che sta uscendo proprio adesso nelle sale cinematografiche, si usano pesci rossi. Non è difficile sostituire due pesciolini veri con altrettanti finti.
L’art. 13 e l’art. 34 del Regolamento tutela animali del comune di Firenze, vietano tale pratica perché è stato accertato che la conformazione sferica della boccia la rende inadatta ad ospitare dei pesci a prescindere dal suo litraggio in quanto, in ogni caso, la superficie di contatto con l’aria è insufficiente rispetto alla massa d’acqua contenuta; anche una boccia da 1000 litri non potrebbe fornire il giusto apporto d’ossigeno per i suoi ospiti e non è un caso se i pesci ospitati, loro malgrado, nelle bocce di vetro vengono spesso in superficie a boccheggiare. Inoltre i pesci vedono ristretta l’area in cui è possibile nuotare e si vedono rinchiusi in uno spazio dalla forma decisamente innaturale, di cui probabilmente faranno fatica anche a riconoscerne i confini.
Poiché lo spettacolo alla Pergola avrà luogo fino a domenica 29 novembre, vi chiediamo che tale sfruttamento illegale venga fermato e che i pesci siano liberati in ambiente idoneo.
Ci auguriamo inoltre che, poichè “la legge non ammette ignoranza“, anche gli attori, il regista e il Teatro non tralascino di informarsi sulle norme che la società civile si è data. Anche quelle nei confronti degli animali.
Restiamo in attesa di notizie sull’esito dell’operazione in base alla legge 241/90 sulla chiarezza degli atti.
Grazie.
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze
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Sul palco de LA PERGOLA nello spettacolo “Dobbiamo parlare” e nel set del film omonimo che è in sala in questi giorni, ci sono due muti e involontari attori: due pesci rossi, tenuti nei classici boccioni anni ’50 con meno di due litri d’acqua cadauno, che fanno tanto scic-vintage. Se poi questi pesci si muovono come impazziti per la mancanza di spazio di acqua (del rubinetto) e di aria, per le luci, per il movimento e il rumore intorno, che importa?
Nessuno ci fa caso, perché prima viene l’arte, l’arte di uno spettacolo infarcito di luoghi comuni e di stereotipi di classe: il chirurgo di destra che si alza alle cinque di mattina perché ha millecinquecento pazienti e lo scrittore di sinistra intellettuale bohemien che dorme fino alle 11. Per non dire dei filippini a servizio e di epiteti quali maiale, porco, troia, zoccola, pompini e via così, graditissimi al pubblico che ha applaudito ciascuno di essi, più o meno come in una curva dello stadio.
Sessismo, razzismo, maschilismo, volgarità e sfruttamento animale: Sergio Rubini non ci ha risparmiato nulla. Dopo lo spettacolo si sono presentati due vigili urbani a chiedere spiegazioni perché il regolamento comunale vieta l’utilizzo di animali vivi negli spettacoli.
E rinunciare ai due pesci rossi vivi mettendo al loro posto due feticci simbolici, è probabilmente l’unico dettaglio migliorabile di questa insulsa commedia.
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Pingback: La dignità dei pesci rossi. Rubini ha cambiato lo spettacolo | RESTIAMO ANIMALI - 7 Luglio 2016