Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla: in due parole Pippi Calzelunghe. E’ lei, la protagonista del celebre e omonimo romanzo creato dalla fantasia della scrittrice svedese Astrid Lindgren (1907-2002), autrice di numerosi libri per bambini. Tradotto in ben 54 lingue, Pippi Calzelunghe compie 70 anni: nel 1945, infatti, divenne un successo mondiale e negli anni sessanta un celeberrimo telefilm.
Anticonformista o anarchica? Stravagante o irriverente? Femminista o animalista ante litteram? Pippi è tutto e il contrario di tutto. Eroina spigliata ed emancipata, ha solo nove anni ma vive tutta sola a Villa Villacolle. Anzi no. “No, certo. Il signor Nilsson e il cavallo vivono con me”.
E mamma e papà? La sua mamma “E’ un angelo, è in cielo”, suo padre solca i mari, è un pirata. E in fin dei conti – spiega la scrittrice – questo non era cosÏ terribile se si pensa che così nessuno poteva dirle di andare a dormire o propinarle l’ olio di fegato di merluzzo.
Pippi è libera, forte e coraggiosa. Non ha regole o, meglio, le sue regole le stabilisce da sola: “perché cammino all’indietro? Ognuno non può camminare come più gli piace?”. Così lei dorme con i piedi sul cuscino, indossa scarpe di 5 misure più grandi e il suo vestito, inimitabile ma imitatissimo se lo è cucito da sola.
Le regole: quelle dei genitori alle quali lei non deve sottostare o dei poliziotti che la vogliono mandare a scuola per imparare “tante belle cosine”. Una scuola che sperimenta per qualche ora per poi sentenziare che non ne ha bisogno perché “l’eccessiva scienza può spezzare la fibra più resistente”.
Siamo forse ai primordi del movimento per le scuole libertarie? Forse. Certo è che Pippi anela alla libertà: come ogni essere che nasce libero e che rifiuta condizionamenti e costrizioni. E’ selvatica e selvaggia come il suo cavallo, lo zietto, e la scimmietta, il signor Nillson compagni alla pari di vita e di avventure, unica vera famiglia di Pippi.
E’ l’archetipo della femminilità infantile selvatica e inaddomesticabile che nella nostra società viene rimosso a favore di un’immagine più rassicurante che alla donna viene cucito addosso per tutta la vita.
Un sistema che con un sorriso Pippi ci invita a sovvertire ma nel quale, anche lei, resta inevitabilmente invischiata: la sua effimera indipendenza è una conquista possibile solo al prezzo di preziose monete d’oro.
Dopo 70 anni il suo inno alla libertà che accomuna gli animi spontanei di bambini e animali è ancora attuale: eternamente giovane come Pippi che non crescerà mai perché “le persone grandi non si divertono, hanno solo molto da lavorare, abiti buffi, i calli e le tasse comunali”.
Appassionata di frittelle non si può certo dire vegana. Al limite animalista e, certamente, lo era, la sua ideatrice Astrid Lindgren. Da anni candidata al Nobel per la letteratura rifiutò il premio chiedendo invece che in Svezia fossero vietati gli allevamenti di animali in batteria. E, non a caso, una legge per la protezione degli animali venne battezzata con il nome di Lex Lindgren.
Forse, però, la sua vittoria più famosa fu quella di far bandire le punizioni corporali sui bambini. Invitata a ritirare un prestigioso premio, scatenò polemiche con un discorso che associava la violenza sui piccoli a quella della guerra. E a chi l’accusava di non dare il buon esempio, di essere una cattiva educatrice, rispondeva: “Diamo amore, molto amore e ancora amore. Il buon senso verrà da solo”.
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