LETTERA APERTA A REPUBBLICA
Nell’infelice AMACA di martedì 1mo Luglio, Michele Serra ha purtroppo aggiunto un altro anello alla catena di luoghi comuni e dissimulazioni che caratterizza il rapporto della nostra società con gli animali.
Affermando che la natura è cruenta Serra perde completamente di vista il fatto che l’episodio di Berna (un orsetto che viene soppresso dallo zoo in cui era ospitato) è in sé un’accusa all’innaturalità dello zoo stesso. Serra però si guarda bene dal prendere posizione su queste anacronistiche e crudeli istituzioni, luoghi di segregazione e sofferenza estrema, né spende una parola sulla contenzione in uno spazio ristretto di un cucciolo d’orso assieme a un maschio adulto, sulla decisione tutta umana di sopprimere il cucciolo, sull’ottocentesca esibizione a scopo didattico del cadavere impagliato.
Né possiamo aspettarci che Serra si chieda “ma come caspita fanno in natura i cuccioli d’orso a diventare adulti?”, perché questa banale domanda farebbe cadere il suo fragile costrutto. Molto più opportuno per lui sorvolare, anche sullo sdegno che l’episodio ha sollevato nel mondo scientifico, e concentrarsi sull’esercizio del linciaggio verso la categoria de “gli animalisti”. Un linciaggio che a dire il vero non sorprende, perché capita spesso a intellettuali e commentatori provenienti dalle fila della sinistra – persone che un tempo volevano cambiare il mondo e oggi sono dei semplici ex, ben integrati nel sistema dominante – di bollare con stizza come “ideologici”, “estremisti” e così via le persone che sono spinte ad agire da motivazioni etiche profonde e disinteressate, anziché da interessi personali, opportunistici, di carriera.
Oggi sono gli animalisti, domani gli ambientalisti, dopodomani i NO-TAV, i sindacati e tutto quello che disturba il processo di imborghesimento e cinica assimilazione al sistema di mercato. L’unica bestia (se vogliamo usare il termine in senso dispregiativo, ma a essere intellettualmente onesti anche di ciò si potrebbe discutere) in tutto questo dibattito è il genere umano e il suo delirio antropocentrico di cui Serra – solo in questo senso – è un magnifico esemplare. Guardiamoci dai quei tanti, troppi, ex comunisti, ex ribelli, ex rivoluzionari, ex noglobal che stanno purtroppo diventando i peggiori difensori dello status quo.
Camilla Lattanzi, autrice radiofonica
Complimenti Camilla: è una risposta perfetta. E’ stata pubblicata? Ho smesso di leggere Repubblica, a parte il blog di Margherita D’Amico, perché è un giornale illeggibile, come la maggior parte dei giornali. Dare un giudizio su Michele Serra è come sparare sulla Croce Rossa perché lui tocca davvero il fondo. Sono contenta che qui siano stati toccati altri punti molto significativi.