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Puntata numero 173 di giovedi’ 1 maggio 2014 dedicata a un approfondimento sulle cifre relative al numero di persone che in Italia seguono un’alimentazione vegetariana o vegana. Secondo il Rapporto Italia 2014 dell’Eurispes il numero complessivo e’ aumentato rispetto all’anno scorso e nell’insieme vegeteriani e vegani sono il 7,1% della popolazione (circa 3,9 milioni di persone, stimando una popolazione residente di circa 60 milioni di individui).
E’ una tendenza che conferma la sensazione che si ricava con l’esperienza personale: stiamo documentando, puntata dopo puntata, la nascita di ristoranti, paninerie, creperie, pasticcerie specializzate in alimentazione vegana; gli stessi menu di trattorie e ristoranti tradizionali sempre piu’ spesso offrono menu “veg”, per non parlare delle sezioni dedicate ai prodotti “cruelty free” nei supermercati.
Eppure stando all’Eurispes l’incremento complessivo del numero di vegetariani e vegani e’ merito dei primi, che sono cresciuti dell’1,5% rispetto al 2013, mentre i secondi – i vegani – sono passati dall’11,1 allo 0,6%. Ohibo’. Possibile? Proprio mentre spuntano ristoranti vegani e che i punti ristoro di autostrade e ferrovie propongono il “panino vegano”?
Diciamo che a seguire le serie storiche dei Rapporti Italia dell’Eurispes si capisce che le cifre – frutto di questionari che trattano una grande varieta’ di argomenti e non di indagini ad hoc – hanno fluttuazioni piu’ che sospette: i vegani nel 2013 avevano avuto una strabiliante esplosione, fino all’1,1% della popolazione mentre l’anno prima – 2012 – erano quasi scomparsi, visto che la stima si era fermata allo 0,1%.
Resta dunque il sospetto che per avere una stima davvero attendibile di quanti sono gli abitanti del nostro paese che scelgono un’alimentazione vegetariana o vegana dovremo attendere un’indagine ad hoc, che faccia finalmente chiarezza. Nell’attesa possiamo affidarci – per quanto riguarda i vegani – a un confronto fra il dato del 2011 (0,4%) e quello di quest’anno (o,6%): cosi’ possiamo sentirci confermati nelle nostre sensazioni e aspettative…
non seguo le statistiche, ma intorno a me, sento che molti (soprattutto giovani 18-30) grazie anke e soprattutto al web, e blog cm qst, si documentano, cominciano, studiano, e i gli adulti da prima sconcertati, alla fine li seguono. un passo alla volta, cm deve essere, del resto, le forzature in qst CAMBIAMENTO ho notato ESSERE deleterie a volte inutili per tanti.
e poi ripeto una frase ke ahimè nn ricordo ki per primo l’ha detta: QUANDO APRI GLI OCCHI, NON LI CHIUDERAI MAI PIU’. goveg
Un’indagine fatta bene deve porre attenzione alla formulazione delle domande, se vuole individuare comportamenti esclusivi, distinguendoli dall’adesione parziale a modelli di consumo.
Infatti, se è vero che l’offerta di ristorazione vegana è sempre più estesa, questo vuole semplicemente dire che sempre più persone hanno introdotto nella loro dieta pasti vegani, ma non è detto che siano SEMPRE vegani (cfr http://d.repubblica.it/cucina/2014/05/26/news/alimenti_bio_mangiare_biologico_ricette_economiche_spesa_intelligente-2159165/?ref=fbpd ); magari altre volte consumano pasti onnivori o latto-ovo-vegetariani.
In ogni caso, la dimunuzione del consumo complessivo di carne è dovuta in misura modesta all’incremento della popolazione vegana; sono invece numerose le persone che limitano a un paio di volte la settimana il consumo di carne o pesce.
Per un evidente effetto moltiplicatore, incide molto di più il dimezzamento del consumo di alimenti animali da parte della quasi totalità della popolazione, che la totale esclusione da parte dell’1%.