di Zenone Sovilla
TRENTO
Manifestazioni animaliste vietate col pretesto dell’ordine pubblico; sindaci cacciatori che vorrebbero tanto (ma non possono) far da sé e abbattere l’orsa; la Provincia autonoma di Trento che vuole metterla in gabbia mentre politici e tecnocrati locali continuano a eludere un confronto serio sullo stato del progetto Life Ursus.
Quel che che per il momento è certo è che mamma Daniza ha trovato riparo nelle foreste delle Dolomiti di Brenta evitando, finora, di finire nella rete dei forestali trentini.
L’assessore provinciale competente, Michele Dallapiccola, che a sua volta non ha saputo presentare al pubblico alcuna idea significativa sull’intera faccenda, ieri ha tenuto però ad annunciare alla stampa che i suoi agenti “sanno dove si trova mamma orsa e la controllano 24 ore su 24 mentre la Provincia sta valutando come procedere sia nei suoi riguardi sia per il futuro dei tre cuccioli”.
L’assessore ha rilasciato questa laconica dichiarazione, richiamandosi a un “necessario riserbo”, mentre riceveva una delegazione della Lac, la Lega per l’abolizione della caccia, che gli ha consegnato 65 mila firme a sostegno della richiesta di annullamento della delibera in cui si dispone la cattura di Daniza e il suoi internamento in un’area forestale recintata, presso Trento, gestita dalla stessa Provincia.
Sabato scorso, come detto, è stata vietata una nuova manifestazione programmata a Pinzolo, sul Brenta, epicentro del progetto di ripopolamento dell’orso ma anche zona in cui sono particolarmente attivi i comitati anti-orso.
Nella stessa area c’è anche il comune di Bocenago, guidato Walter Ferrazza, oggi di Forza Italia e già sottosegretario nel governo Letta: tre giorni fa il sindaco, che è anche cacciatore, ha annunciato che avrebbe emesso un’ordinanza per l’abbattimento di Daniza.
L’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha diffidato il sindaco di Bocenago, “preventivando un’immediata azione legale, qualora l’orsa l’animale e i suoi cuccioli venissero maltrattati o, peggio, uccisi”.
Anche il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha replicato nervosamente a Ferrazza, sottolineando che i Comuni non possono prendere iniziative sull’orso e ricordando che in ogni caso Daniza sarà catturata a breve.
Probabilmente a rallentare le operazioni dei forestali trentini non sono soltanto le iniziative del fronte animalista in difesa di Daniza, ma anche un certo imbarazzo sul comportamento da seguire nei riguardi dei tre cuccioli. Nel parere ministeriale col quale pochi giorni fa si appoggiava la cattura di Daniza, veniva sottolineato che i tre orsetti avranno buone probabilità di sopravvivere anche senza la mamma.
Altri esperti, invece, sono del parere opposto e reputano il destino dei tre cuccioli come una ragione ulteriore per non toccare la mamma. Senza contare che ormai ci avviciniamo alla stagione del letargo, il che potrebbe indurre anche gli scettici a lasciare in pace Daniza almeno fino a primavera.
Nel frattempo, però, si aprirà la stagione di caccia e già qualcuno fra gli amici di Daniza teme il rischio di un “incidente”.
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