di Andrea Oleandri
In molti avrete presente gli spuntoni messi sui cornicioni dei palazzi, sulle travi, sui davanzali o ancora in mille altri luoghi dei più disparati. Un sistema utile per impedire ai piccioni di poggiarsi. I piccioni sono animali sporchi i cui bisogni fisiologici infestano la città, quindi questa è senza dubbio un’ottima soluzione, soprattutto pensando alle campagne di uccisione che spesso, anche in Italia, vorrebbero partire dalle ordinanze dei sindaci. La penseranno così sicuramente in molti visto che non si è mai sentito in giro nessuno lamentarsi od opporsi all’apparire sempre più frequente di questi “dissuasori” di volatili.
Peter Singer, autore di “Liberazione Animale”, libro che ha gettato le basi dell’antispecismo, sosteneva che i diritti degli animali fossero la forma più pura di difesa della giustizia sociale, perché gli animali sono i più vulnerabili di tutti gli oppressi.
Spesso, nella storia, l’oppressione subita dagli animali è poi arrivata a colpire anche l’uomo. “Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali”. E nei campi di concentramento nazisti c’era molto dei mattatoi, a partire dall’architettura per arrivare allo sterminio di massa di essere viventi.
In tal senso, data la buona riuscita dell’idea degli spuntoni anti-piccioni, qualcuno a Londra ha pensato di utilizzare questa tecnica per tenere lontano altri essere animali, stavolta umani, indesiderati. In alcuni posti pubblici o antistanti ad alcuni palazzi della città sono così stati collocate a terra delle piccole punte di metallo per scoraggiare i senzatetto che utilizzano quei luoghi per sostare o dormire. Una trovata che ha fatto discutere, provocando anche accese proteste soprattutto tra chi si occupa di diritti umani.
Eppure, come dimostrato, non si è inventato nulla di nuovo. A tal proposito dovremmo seguire Derrida che nel suo “l’Animale che dunque sono” partiva dal presupposto che ogni chiara e generica differenziazione fra l’uomo e “l’animale” che ci giunge dalla storia della filosofia andrebbe decostruita. Rinunciare al nostro sguardo antropocentrico, combattere le barbarie contro gli animali non umani, è un modo per anticipare la lotta contro le barbarie che colpiranno poi anche gli animali umani. L’idea di giustizia, di diritti, andrebbe allargata oltre il confine della nostra specie e abbattuto quel dominio che, una volta sconfitti gli esseri animali non umani inizia a salire lungo “il grattacielo” descritto da Horkheimer.
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