Una recensione alla MOSTRA FELINA che si è tenuta alla Fortezza da Basso di Firenze il 6 e il 7 di dicembre 2014
Oggi la schiavitù esiste ancora in molte forme, purtroppo, e i neri come sappiamo dalla cronaca statunitense e non solo, continuano a venire pesantemente vessati, ma non è più legale acquistare e vendere gli esseri umani. E questa è stata senza dubbio una vittoria del progresso e della civiltà.
Questo pensiero mi ha accompagnata tutto il tempo durante la mia visita a “WORLD CATS” L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE FELINA che si è tenuta a Firenze sabato 6 e domenica 7 dicembre 2014 alla Fortezza da Basso di Firenze.
Gabbie, profitto, esibizione di corpi in vendita, ancora gabbie, bellezza estetica come valore, apologia e difesa della razza intesa come parametri estetici. Ancora gabbie e venditori, mamme fattrici e giovani cuccioli, è maschio? preferisco una femmina. E’ docile? Prenota il tuo cucciolo! Cuccioli disponibili! Quale vuoi? Scegline uno. Quanto costa? Costa un po’ troppo, non lo prendiamo.
Luci, rumori, voci… bambini e adulti che si assiepano davanti alle gabbie di Maine Coon, Sacro di Birmania, Certosini, Siamesi, Persiani, British Shorthair, Blu di Russia, Devon Rex, Thai, Siamese, Abissino o Sphinx
E’ una mostra felina, che mette in primo piano il concorso di bellezza a premi, dietro il quale però c’è il profitto di allevatori e produttori di mangimi per gatti. Senza di loro non ci sarebbero le mostre feline, che non sono organizzate da semplici amanti dei gatti senza scopo di lucro, ma da associazioni di allevatori e da produttori di mangimi e accessori specializzati per i quali gli allevamenti e la commercializzazione dei cuccioli di razza sono indispensabili per garantirsi nel tempo un buon profitto.
Oggi la compravendita di esseri umani è fuori legge, mentre comprare e vendere animali non umani è consentito: selezionare le mutazioni di animali, studiare incrociare individui per il loro colore per il loro aspetto, per le loro morfologie, utilizzare gatte femmine come fattrici,
per profitto.. tutte operazioni consentite dalla legge.
I gatti, queste creature enigmatiche e misteriose la loro bellezza inafferrabile è è SEMPRE STATA ANCHE la loro maledizione e così un tempo sono stati associati a riti pagani e alla stregoneria e oggi sempre per la loro bellezza enigmatica vengono comprati e vennduti come dei soprammobili, ninnoli, belle statuine.
I gatti in vendita non hanno una individualità, sono oggetti del desiderio. Non c’è alcun incontro che si realizza tra umano e felino, solo un corpo da pagare e portare a casa. Non c’è il salvataggio di un animale in difficoltà, non c’è una relazione di aiuto: c’è un contratto in cui l’animale passa di proprietà.
Fa impressione vedere la calca davanti a una gabbia: ti aspetteresti una protesta per la gabbia, per la compravendita e invece sono urletti di compiacimento, complimenti, congratulazioni all’allevatore, fotografie, scambi di sorrisi. Questa gioia triste viene scatenata da una bestia rinchiusa che poi questa sia placida o che scuota nervosamente la coda, che le sue pupille siano normali o abnormi per le luci e i rumori, questo non interessa a nessuno
Come dei piccoli schiavi, vengono valutati per la loro prestanza. In questo caso la prestanza non sarà utile al lavoro: dovranno solo essere belli e sani per questo s’insiste tanto sullo stato di salute dei loro antenati, rigorosamente citati nel pedigree.
Il gatto acquistato dovrà valorizzare il divano, la tappezzeria, non dovrà creare troppi problemi dovrà essere un mansueto soprammobile.
Negli Stati Uniti In America è di moda il declawing, la deungulazione del gatto. Consiste in dieci singole e dolorose amputazioni di artiglio, viene cioè tolta l’intera falange, ossa, legamento capsulare, legamento collaterale, tendine estensore e flessore: tutti devono essere amputati completamente, dalla terza falange fino all’ultima di ogni dito. Questo provoca ovviamente nel gatto una menomazione fisica e psicologica che rimane per tutta la vita, tanto che, pur se sottoposto ad anestesia, di norma impiega uno o due mesi per riprendersi dalle ferite.
Ma possedere un gatto è un diritto come anche avere intatte le nostre belle tappezzerie. Il gatto non deve cambiare la nostra vita e la nostra casa, è la parte debole e deve adattarsi piegandosi ai nostri desideri. La schiavitù esiste ancora ed esisterà sempre, almeno finché ogni gabbia non verrà definitivamente aperta.
Leggere questa recensione sulla mostra felina mi ha fatto incazzare di brutto……i gatti che partecipano alle esposizioni non sono schiavi ,non sono oggetti,non sono usati,non sono strumento per far soldi….questi gatti sono amati ,desiderati, ed è grazie ad allevatori e selezionatori che affrontare viaggi e costi elevatori che si possono ammirare e ottenere razze bellissime e perfette che non esisterebbero senza la passione di alcuni……la maggior parte di questi gatti sono curati come bambini …sono esenti da malattie feline ed hanno ecografie eseguite per PKD e HCM …tutto questo per garantire un lunga vita al micio che andrà ad allietare chi lo desidera…….la mentalità del gatto che dovrebbe vivere libero è solo un gravissimo errore poichè un gatto randagio vive al massimo un anno sottoposto a mille pericoli e malattie per strada…investito da automobili ,picchiato , cacciato …..e non è assolutamente vero che se non ci fossero i gatti di razza la gente prenderebbe i gatti dal gattile , non tutti preferiscono prendere gatti senza garanzie di salute……ognuno ha diritto di decidere cosa è meglio per lui…..i miei gatti non sono schiavi e io non li amo per la loro bellezza o perchè vendo i cuccioli……sono io schiava dei miei gatti perchè ho scelto di dedicare la mia vita a loro e non vado in ferie da 20 anni …sono io che pulisco la loro merda ogni giorno….sono io che mi dispero se qualcuno sta male e piango perchè li amo e non certo perchè perdo un bene…..sono io che faccio nottate in bianco per accudire gatte che devono partorire e mi emoziono ad ogni cucciolo che arriva…..e mi ritrovo ad aumentare al mia famiglia felina di gatti di razza pura con pedigree perchè ogni volta c’è un cucciolo che mi ruba l’anima…..molti di noi allevatori siamo gelosi dei nostri gatti e difficilmente li cediamo al primo venuto….in esposizione non portiamo cuccioli piccoli…non vendiamo cuccioli in expò….ma parliamo con il pubblico e spieghiamo e raccontiamo……..e vi sembrerà non vero ma di tutti quelli che vengono in expò quasi nessuno ha mai acquistato un cucciolo in futuro dall’allevatore a cui ha rotto le scatole con mille domande…..ma noi ci andiamo lo stesso in expò perchè non lo facciamo per soldi o per i premi ma per i giudizi , per il risultato finale che attesta che abbiamo lavorato bene nella nostra selezione dello standard……a te che hai scritto questa recensione la mia spiegazione sembrerà falsa e incomprensibile……siamo su due pianeti diversi…….quello che ha te sembra nero per me è bianco…….il mio amore per i gatti mi fa vedere l’esposizione come una bellissima giornata vissuta con i gatti e con chi alleva con passione come me …i gatti non sono maltrattati e anche se sono in gabbia non soffrono perchè sono accarezzati e coccolati…….invece di buttare veleno sulle esposizioni perchè non vai a fare una recenzione ai gattili oppure vai in Cina dove i gatti e i cani stanno in gabbia per essere mangiati…….i nostri gatti vivono come principi …dormono sui nostri letti……prima di giudicare bisogna conoscere bene il mondo degli allevatori che partecipano alle esposizioni e non criticare a casaccio.
Trovo inquietante il fatto che si possa parlare di “razze bellissime e perfette”…credo che sia un concetto altamente diseducativo. A prescindere da questo, ritengo che la parola libertà e la parola randagismo non siano equivalenti. E’ evidente che un gatto randagio, specie se abbandonato, è esposto a rischi maggiori rispetto ad un gatto domestico e difatti i volontari si adoperano per soccorrere i gatti in difficoltà e cercano di trovare loro una più adeguata sistemazione, anche quando affetti da malattie…perchè un gatto con una malattia non è uno scarto! Dato che non ho mai acquistato animali da un allevatore vorrei sapere, per avere migliore conoscenza della materia, cosa accade a quei gatti che nascono con qualche problema o che non rispondono agli standard previsti per una determinata razza. Vorrei inoltre sottolineare a proposito della sua frase “vai in Cina dove i gatti e i cani stanno in gabbia per essere mangiati” che questa realtà è cosa tristemente nota a chi si interessa di animali ed è sufficiente che Lei faccia un giro per il web per scoprire che associazioni di tutto il mondo hanno fatto investigazioni e petizioni a tal proposito…forse dovrebbe firmarle dato che ha a cuore il benessere degli animali.
Quando un animale si compra e si vende, si compra e si vende la vita come fosse merce. Questa mentalità di uso e sfruttamento comporta innumerevoli ingiustizie, è il principio su cui si basa la schiavitù. Anche se i gatti delle mostre sono pettinati, nutriti, coccolati e….anche amati, la loro identità è snaturata. Diventano giocattoli preziosi per l’uomo e non più individui con i quali intrattenere una relazione.
Mai recensione tanto banale e populista ho letto su …ciò che non si conosce!
non sapete neanche di cosa state parlando e rischiate di fare la stessa figuruccia che avete fatto con la gallina di Banderas! dovete scrivere qualcosa solo per sembrare i paladini della giustizia, scrivete articoli diffamanti solo per essere “pagati” e quindi a scopo di lucro e poi andate in giro con i vostri colli di pelliccia…prima di diffamare qualcuno informatevi su come stanno realmente le cose invece di scrivere a vanvera!
Recensione ben scritta, peccato che alcune cose sono completamente false.
Come spessissimo accade, l’organizzatore delle expo (solitamente) non ci guadagna molto a conti fatti, è raro che si rientri nelle spese sostenute per l’organizzazione.
Per quanto riguarda l’affidamento dei gatti, non pensi che sia una cosa così automatica, ovvero “Vorrei quel gatto…”, “prego, questo è il conto da saldare” si sbaglia di grosso; l’allevatore serio prima di tutto valuta il papabile nuovo proprietario del gatto in due o più step:
– una accurata intervista (telefonica, elettronica o di persona);
– visita presso l’allevamento.
Nel momento in cui l’allevatore durante questi step percepisse che la nuova famiglia del micio potrebbe non essere la migliore delle scelte il gatto rimarrebbe nell’allevamento, di nuovo disponibile.
Ovviamente qualche volta si sbaglia la valutazione e capita che la nuova Famiglia del micio non sia stata la migliore delle scelte, vuoi per maltrattamenti, vuoi per mancato controllo, ma anche le macchine sbagliano, figuriamoci un uomo.
Tornando al discorso EXPO, l’allevatore non ci guadagna nulla dall’esibire i propri gatti, non prende percentuali per gli ingressi dei visitatori e non prende denaro con la vincita del Best in Show, l’unica cosa che si “guadagna” è la possibilità di farsi conoscere nel mondo allevatoriale, se poi arriva la famiglia che vorrebbe l’affido di un micio ben venga, ma sempre subordinato agli step sopracitati.
Forse più che visitare le Expo farebbe meglio a visitare gli allevamenti, troverà che non sono industrie destinate allo scucciolamento e allo sfruttamento degli organi riproduttivi dei gatti, anzi, troverà perlopiù famiglie amanti dei felini, magari senza figli, magari con figli o magari single che trovano nei gatti la migliore compagnia.
Articoli come questi mi sembrano molto in stile greenpeace: “Presto!! andiamo a protestare contro quella piattaforma petrolifera in mezzo all’oceano pacifico!!” poi per protestare inquinano più loro con la loro bagnarola che la piattaforma stessa…MAH!
Nessun allevatore propone un gatto ad una famiglia, è la famiglia che decide se prendere un gatto di razza, scegliere di salvarne uno dalla strada o prenderlo in un negozio di animali (rischiando come molte volte succede di portarsi a casa un gatto che non è ancora pronto per essere allontanato dalla madre) ma in ogni caso quello che conta è la salute e la vita del micio ed essere in grado di prendersene cura.
Per concludere, provi Lei a sottomettere un gatto, troverà che sarebbe molto più semplice trovare vita su Giove!!
Forse questo articolo l’hai scritto solo per raccogliere “click” altrimenti hai bisogno di un serio supporto psicologico.
Come si vede che chi ha scritto l’articolo (chiamiamolo così) non ha mai messo piede in casa di un allevatore felino. Articolino pieno zeppo di stereotipi e luoghi comuni scritti da un personaggio incollato alla propria sedia che stando al pc pensa di conoscere il mondo. Che tristezza!
Facile scrivere tutte queste baggianate e poi cancellare i commenti!!! Ignorante! Informati prima di scrivere certe cose, le esposizioni non sono quello che dici tu! Se tu avessi girato all’interno dei ring avresti visto gabbie aperte e gatti che ci dormono dentro tranquilli, gatti che abbracciano i loro allevatori! Per dire: in expo é vietato concordare il prezzo dei cuccioli é ammessa solo la dicitura cuccioli disponibili! Le fattrici che hanno appena partorito non vengono nemmeno portate in expo! E il costo di un gatto non riguarda il gatto, comprando un gatto tu dai un recupero spese all’allevatore che NON ne ricava alcun profitto!!!! Perché quei soldi vanno poi in visite veterinarie, cibo ecc…
Gentile Amalia, sostiene che “in expo è vietato concordare il prezzo dei cuccioli” ma poi nella sostanza il cucciolo viene dato alla famiglia a fronte di una somma di denaro…credo che non si tratti di un problema di forma ma di contenuto! Il problema non è tanto il prezzo ma il fatto stesso che l’animale si trasformi in merce. Di seguito la definizione di merce: “qualunque bene economico mobile destinato alla vendita”.
Buon giorno, un anno e mezzo fa ho acquistato/adottato un cucciolo e sono sul punto di adottarne un altro. Attraverso questa meravigliosa esperienza ho conosciuto a fondo alcuni allevatori e ho imparato a stimarli per l’impegno, l’amore e la dedizione che impiegano per allevare.
Lei ,e mi perdoni se sono certissima di quello che sto per affermare, non ha la più palleda idea di quello che significa allevare, del tempo, delle cure, e del denaro che spendono gli allevatori in analisi, ecografie, radiografie, controlli cardiaci per patologie come miocarditi che vanno monitorate continuamente, documenti ecc.
Se non si amassero profondamente quest animali che restano per tre mesi e oltre con la mamma e non possono essere ceduti prima perché la mamma insegna loro ad essere docili e affettuosi, non si potrebbe allevare perché, ripeto, comporta tanta fatica e al massimo un rimborso spese.
Lei parla di gioia triste ma mi permetta, è lei davvero una persona molto triste.
Gentile Sissi, vorrei sottolineare che il tempo, le cure e il denaro non sono appannaggio degli allevatori…qualsiasi persona che responsabilmente decida di avere al suo fianco un animale, sia esso di razza oppure no, si trova a dover dedicare tempo, cure e denaro per il benessere dell’animale. Inoltre non credo che il ruolo della gatta sia quello di insegnare ai cuccioli ad essere “docili ed affettuosi” ma piuttosto sia quello di insegnare loro ad essere GATTI…ed essere gatti non penso si esaurisca nell’essere docili ed affettuosi. Rimane comunque il fatto che ogni essere vivente ha diritto ad accudire i suoi cuccioli…non dovrebbe essere inteso come atto di generosità umana.
Perchè Lei scrive su un mezzo pubblico ma non permette un contraddittorio cancellando i commenti???
Abbiamo ricevuto molti commenti al nostro post relativo alla Mostra Felina di Firenze, e di questo siamo contenti. Non è nostra intenzione censurare il dibattito e le diverse posizioni in campo, quindi pubblicheremo tutti i commenti che argomentano a favore dell’allevamento di gatti, mentre non autorizzeremo quelli che sono sterilmente offensivi.
Ci scusiamo del ritardo con cui ce ne occupiamo ma, diversamente da quanto alcuni commenti insinuano, la nostra redazione è tutta composta da volontari e volontarie, nessuno di noi viene retribuito dunque il tempo che dedichiamo a questa attività è, per forza di cose, residuale.
Nel merito, siamo una redazione dichiaratamente animalista e antispecista. Il nostro blog è dedicato a questo specifico punto di vista quindi ovviamente, per forza di cose, non può che essere opposto a quello di qualsiasi tipo di allevatore: noi pensiamo che “le razze” siano una forma di violenza genetica.
Infatti le razze dei gatti esposti alla Mostra Felina – come tutti gli animali esibiti in rassegne del genere – sono ottenute con un grande e incessante lavoro per selezionare e mantenere tali razze, come gli stessi allevatori spiegano.
Le razze tra l’altro comportano spesso disturbi genetici e malattie degli animali, come molti allevatori onestamente ammettono. Agli allevatori sta il compito di monitorare la salute fisica dei gatti a noi quello di denunciare questo “effetto collaterale” della selezione delle razze.
Tali pratiche soddisfano capricci tutti umani e vedono gli animali subirle loro malgrado. Nessuna allevatore può sostenere che il gatto di razza preferisca accoppiarsi con una gatta di razza: a cose normali gli animali si accoppiano tra loro guidati dall’olfatto e del tutto incuranti dell’aspetto estetico e genetico.
Non ce l’abbiamo con nessun allevatore in particolare, infatti il nostro post non ne cita alcuno. Non abbiamo mai sostenuto che i gatti costino troppo rispetto al lavoro che c’è dietro, non abbiamo sollevato questo tipo di denuncia. Ma l’aspetto del prezzo francamente non ci interessa.
Siamo contrari alla compra-vendita di animali, qualunque sia la cifra in ballo. Siamo contrari alla pratica di allevamento e di selezione delle razze. Il nostro è un punto di vista credo legittimo che, proprio per la democrazia e la libertà di parola che voi stessi invocate, trova espressione nel nostro blog.
Conosciamo molto bene la psicologia felina, siamo molto amici dei gatti e dei cani: tutti i membri della nostra redazione hanno gatti e cani, ma non li abbiamo acquistati: abbiamo preferito affrontare (a valle) il problema del randagismo togliendo animali in difficoltà dalla strada.
Questa è la nostra posizione, condivisa da moltissimi nostri concittadini.
Il problema è che tra i vari gatti di razza ve ne sono alcuni che ad esempio sono gatti naturali e non ottenuti da incroci tra varie razze. Ora io voglio porvi un quesito , perchè i gatti di razza no e i gatti randagi si? non vi sono forse persone che per il proprio egoismo fanno accoppiare gatti di strada e poi quando si accorgono che mantenerli costa e che magari non riescono a piazzarli li buttano in strada?
Crediamo che voi abbiate espresso dei giudizi per partito preso , per carità libera opinione….. Non solo con il vostro articolo avete messo in cattiva luce tutto il comparto allevatori ma anche gli amici organizzatori della splendida expo di Firenze.
Infine credo che dobbiate continuare a fare il vostro lavoro di informazione sui maltrattamenti non su una expo dove forse vi è sfuggito che vi è la presenza costante del servizio veterinario a tutela dei mici, forse no sapete che , lo avete menzionato voi, in italia la pratica della recisione delle falangi è vietata e gli allevatori seri mettono delle clausole nei propri contratti contro queste pratiche.
Penso che con questo articolo siate andati a mettere le mani in un vespaio, parere personale, e tante inesattezze sono state scritte e continuate a scrivere.
Forse dovreste rileggere la vostra recensione …oltre a contenere molte sfumature offensive alla nostra categoria …offendete anche il pubblico generico che vien con piacere alle expò ..e sorride e fa foto ai gatti in gabbia e non reagisce come desiderate voi al maltrattamento del gatto in gabbia…..invece di venire alla mostra di Firenze dove c’erano solo gatti amati e sani …perchè non vi occupate di quelli che hanno veramente bisogno del vostro aiuto …non venite a perdere tempo in un luogo piacevole dove magari vi siete seduti accanto ad un vostro amico a quella bella tavolata in expo a mangiare porchetta e bere vino……ma fatemi il piacere…..!!!!…
Gentile Domenica, nei commenti precedenti qualcuno ha sostenuto che si parlasse degli allevamenti senza conoscere la materia…beh, ritengo che anche lei conosca poco cosa c’è dall’altra parte dicendo “perchè non vi occupate di quelli che hanno veramente bisogno del vostro aiuto” perchè ci sono tanti volontari che dedicano il loro tempo e spesso anche i loro risparmi per aiutare gatti, cani, maiali, rinoceronti, lupi ecc. attraverso azioni dirette, petizioni, attività divulgative sul campo.
Cara Daniela il fatto di aiutare i bisognosi vi fa onore, ma questo non vi da il diritto di giudicare gli altri con fare supponente, anche perchè gran parte degli allevatori, in modi differenti, aiuta anche i mici più bisognosi. Quindi questa solita tiri tera del ma noi aiutiamo quì aiutiamo li la vedo un pò come voler farsi solo della pubblicità. Se lo fate e vi fa piacere farlo fatelo ma non andate a lagnarvi sempre e ripeto vi fa onore quello che fate ma evitate di accusare gli altri senza aver cognizione di causa.
Caro Alessandro, nessuno vuole sbandierare ciò che fa a favore di chi non ha voce, siano essi animali umani o animali non umani. Non credo che chi lo fa abbia bisogno di avere conferme dagli altri, certe scelte si fanno perchè ci si crede e non certo per “pubblicità”. Rimane il fatto che credo sia legittimo che qualcuno possa avere idee differente da quelle di chi ama le mostre e che esista chi vede bellezza non solo nella perfezione delle razze ma anche nella disabilità di alcuni sfortunati. Tutto qui! Per me la distinzione non è tra gatto di razza e gatto non di razza, per me meritano lo stesso rispetto in quanto esseri viventi…semplicemente rigetto l’idea dell’inseguire un ideale di perfezione!
Capisco perfettamente che gli allevatori, in quanto categoria economica che vive dell’allevamento e del commercio di animali difenda le proprie posizioni come fa lei. Credo però che come noi, esprimendo la nostra opinione non mettiamo in dubbio la sua convinzione di essere nel giusto, lei non abbia il diritto di offendere noi. I veri animalisti, come so essere i membri della redazione e come sono io sono al minimo vegetariani, più spesso vegani (vegetariano è chi non mangia alcun tipo di animale, neppure i pesci, e vegano è chi non mangia alcun cibo di origine animale e quindi esclude anche latte, latticini, miele ecc., non veste con scarpe e accessori di pelle, legge attentamente le etichette dei prodotti che acquista per escluderne la provenienza animal). Perciò nessuno di noi si sarebbe mai seduto a mangiare la porchetta come immagina lei. Quanto al pubblico, il nostro lavoro, tutto volontario, è rivolto all’informazione e all’educazione, in modo che ciascuno sia consapevole di come viene prodotto e cosa c’è dietro quello che mette nel piatto, quello che indossa, gli spettacoli che va a vedere, l’allevamento e il commercio degli animali, le razze ecc. Poi ognuno è libero di decidere cosa vuol fare, noi non costringiamo nessuno. Ma ognuno deve anche essere consapevole e quindi responsabile delle proprie scelte.
Marta anche quì hai detto una emerita sciocchezza !!! ti cito “Capisco perfettamente che gli allevatori, in quanto categoria economica che vive dell’allevamento e del commercio di animali”
Bene ma lo sai che la maggior parte degli allevatori alleva a livello amatoriale ovvero è un hobby e campa del proprio lavoro e non della vendita di gatti? Prima di scrivere sciocchezze contate fino a 100!!!!!!
Tutti gli animali hanno disturbi genetici, nelle colonie feline e i randagi in generale si accoppiano tra consanguinei, cosa ne viene fuori? Malattie genetiche. Inoltre molti canili e gattili prendono, giustamente, un recupero spese. Ma loro, sempre giustamente, non hanno il tempo che mette a disposizione un allevatore, per l’educazione e la socializzazione del cucciolo. Ripeto, giustamente, loro hanno veramente un numero elevato di soggetti da seguire, è impossibile pensarlo. Ed è per questo motivi che l’allevatore ha un numero limitato di soggetti, per seguirli nei migliori dei modi. Oltre al numero, non vengono accoppiati “parenti”, quindi è più facile che un soggetto da allevamento sia sano.
Ma ciò che disturba di più è aver letto la parola “schiavitù”, aver messo di mezzo una pratica abberrata dagli allevatori, il declawing (in diverse scritture privati c’è il divieto di infliggere questa tortura). Concludendo, il punto non è gatto di razza si o no, è: prima di scrivere alcune cose, ci si deve informare per bene, e poi esporre il proprio pensiero. Avendo tutti in comune l’amore per gli animali bisognerebbe fare fronte comune, non farsi la guerra e buttarsi addosso solo cattiverie e falsità.
Cito ….”Conosciamo molto bene la psicologia felina, siamo molto amici dei gatti e dei cani”…. AMMAZZA come siete presuntuosi….. e qui chiudo. Patetici.
“Ma possedere un gatto è un diritto come anche avere intatte le nostre belle tappezzerie. Il gatto non deve cambiare la nostra vita e la nostra casa, è la parte debole e deve adattarsi piegandosi ai nostri desideri. La schiavitù esiste ancora ed esisterà sempre, almeno finché ogni gabbia non verrà definitivamente aperta.”
Lei chiude così il suo “articolo”
La parte debole deve piegarsi ai nostri desideri?
Quindi chi è lo schiavista??
Credo che l’intento fosse di fare un commento ironico, ma non è riusctio granché
Facciamo presente che la redazione di Restiamo animali è composta unicamente da persone vegane che non mangiano alcun prodotto di origine animale. La foto della porchetta è stata pubblicata proprio in quanto ci è sembrato interessante stigmatizzare l’insensibilità verso il maiale – anch’esso un animale – all’interno di un evento che da quanto sostenete dovrebbe essere organizzato e frequentato da “amanti degli animali”…..
state andando pericolosamente fuori tema, fareste meglio a chiuderla qui.
Perché fuori tema? Gli animali non sono tutti uguali? O esistono quelli che vanno coccolati e quelli che possiamo uccidere e mangiare? Certo, per allevatori e zoofili le differenze fra gli animali esistono e si valutano in termini di gusto personale, costi e di prezzi di vendita e acquisto. Quindi gli animali cos’altro sono per voi se non oggetti che si possono selezionare, scegliere e scartare?
Non credo sia un fuori tema…forse lo abbia fatto chi per difendere la propria posizione ha accusato di incoerenza chi si impegna a tutela degli animali dicendo frasi del tipo “vi siete seduti accanto ad un vostro amico a quella bella tavolata in expo a mangiare porchetta e bere vino” o “indossate il collo di pelliccia”…a mio modesto parere, è più assurdo pensare che qualcuno che tratta il suo gatto come un bambino, possa mangiare qualsiasi altro animale…
I gattili e i canili sono pieni di animali che vengono lasciati vivere in condizioni disumane, ma la vostra politica è ” che le razze” siano una forma di violenza genetica.” Gli animalisti sono dei fondamentalisti con il paraocchi, Vedono solo quello che fa loro comodo vedere. Il mondo, non so se dire purtroppo o per fortuna, non è solo bianco o solo nero, vi sono innumerevoli sfumature e tra queste voi potete tranquillamente scegliere quella che vi porta a “RESTIAMO ANIMALI” come da vostro slogan, sfumatura che non comporterà grandi sforzi da parte vostra.
“Conosciamo molto bene la psicologia felina, siamo molto amici dei gatti e dei cani: tutti i membri della nostra redazione hanno gatti e cani, ma non li abbiamo acquistati: abbiamo preferito affrontare (a valle) il problema del randagismo togliendo animali in difficoltà dalla strada.”
Quindi secondo la vostra opinione dovrebbero sparire le razze feline e anche quelle canine. Giusto? Non essendoci più allevatori non esisterebbe più alcuna razza.
Ma lo sapete che moltissimi allevatori hanno in casa anche gatti randagi, presi in strada e curati e allevati con amore anche loro? La mia allevatrice ne ha due e mai si priverebbe di loro, mai e poi mai!
Ho letto l’articolo, i commenti infuriati e quelli che argomentano e la risposta della redazione, che mi sembra molto pacata.
Molti anni fa anch’io ero convinta del valore e della bellezza delle razze feline e canine, accanto alla bellezza e valore dei gatti e cani, degli animali, in genere. E’ immediato e normale amare la bellezza, la perfezione, l’essere sceltissimo tra tutti e speciale nella sua categoria.
Oggi mi convince di più il valore della vita e della dignità di ogni essere. Il concetto di razza echeggia una gradazione di valore tra esseri viventi, a cui non posso restare indifferente: non posso condividerla. Esporre e vendere animali… lo stesso.
Chi si oppone a queste attività, non lo fa certo per tutelare il proprio collo di pelliccia, perchè non ne ha: è spesso vegano e antispecista; né espone gli animali a pericoli, ma espone se stesso a ritorsioni di gente indifferente e a volte crudele; non li abbandona a una vita randagia, ma li salva dalla strada e li cura con dedizione nei gattili e ovunque ce ne siano; non li valuta inutili nella loro vecchiaia e bruttezza, ma dedica fatica e energie alle adozioni di esseri senza più speranza di avere una famiglia; si tassa per le sterilizzazioni per ridurre il randagismo e le sofferenze di cuccioli e adulti; non ricava alcuna ricompensa pecuniaria da queste attività, ma anzi cerca di restituire ciò che noi come umani prendiamo da sempre agli animali: vita, libertà, dignità.
Chi si oppone non lo fa per offendere chi la vede diversamente, ma tenta di scuoterne la coscienza, perchè ha già maturato la consapevolezza che gatti, cani, orsi, persone, polli, topi, piccioni, manzi… sono la vita che nessuno ha il diritto di manipolare.
Visto che tirate fuori la storia dei Vegani, vorrei capire da voi come mai vi sono dei vostri simili che fanno mangiare vegan pure i gatti quando in natura il gatto si nutre di carne, non è forse una violenza questa non è forse un atto di egoismo?
Poi cara Novella dignità e valore della vita credo che ogni allevatore serio faccia di tutto e di più per i propri gatti arrivando sino a delle rinunce per il loro benessere e nessuno manipola la vita di nessuno perchè se così fosse non sarebbero da tenere in casa neanche i randagi….
Caro Alessandro, sono parzialmente d’accordo con te, non dovremmo tenere in casa nemmeno i randagi. Il fatto è che tu forse hai dimenticato che gli animali che noi chiamiamo domestici li abbiamo addomesticati noi per i nostri fini, cioè per sfruttarli circa 15-13 mila anni fa e noi li abbiamo quindi trasformati in esseri dipendenti dall’uomo. La nostra intera civiltà si è costruita sullo sfruttamento degli animali domestici.Smettere di farne commercio, di mangiarli e di torturarli in tutti i modi possibili per farne cibo e abbigliamento per noi non li ritrasforma automaticamente in aniumali selvatici, capaci di badare a se stessi. Il loro ambiente naturale è il nostro ambiente. Perciò abbiamo il dovere di occuparcene, per restituire loro almeno iun parte quello che gli abbiamo sottratto per il nostro comodo e benessere. Per questo è giusto tenere in casa i randagi ed è giusto smettere di allevare e selzionare le razze.
No ma siamo al delirio Marta porta pazienza ma ti contraddici prima parlando che siamo noi ad avere addomesticato i gatti che dobbiamo restituirli alla loro liberà e poi cosa mi scrivi sul finire? che dobbiamo tenere i randagi e non i gatti di razza? e chi sei tu per erigerti nell’affermare ciò? Viviamo in un paese libero ed ognuno è libero di decidere di fare ciò che vuole di certo non siete nelle condizioni di affermare cosa sia giusto o sbagliato. Semplicemente le prossime volte limitatevi a una descrizione sommaria e non puntare sempre il dito perchè poi puntualmente venite smentiti. Come abbiamo + volte ripetuto volevate visibilità eccola ora l’avete ma smettetela di dare consigli sbagliati e fuorvianti della realtà senza aver cognizione di cosa voglia dire allevare. Credo che voi abbiate la percezione che allevare gatti sia come un allevamento intensivo di polli ad esempio, ma non è così perchè chi alleva gatti di razza lo fa come hobby e non come lavoro quindi con tutte le attenzioni del caso. E invece che attaccare gli allevatori perchè non attacchi chi spacciandosi per animalista con i contributi e/o donazioni si è fatto una casa o si è comprato la macchina? questo lo chiamiamo amore per gli animali o opportunismo, come anche secondo me dovreste combattere chi prende i randagi li fa accoppiare perchè gli piacciono i cuccioli e poi li abbandona per strada……..
Caro Alessandro, intanto non tutti i vegani somministrano cibo vegan ai propri animali…in secondo luogo, se questa scelta può essere vista come un’imposizione frutto dell’egoismo non lo è certo meno quella di chi porta il proprio gatto in mostra. Io credo che i gatti vivrebbero altrettanto bene anche senza…è una necessità dell’allevatore quella di vedere riconosciuto il suo lavoro e la sua bravura, non certo del gatto!
Con la piccola differenza che modificare l’alimentazione di un gatto in questo modo è causa di insorgenza di patologie, mentre portare un gatto in Expo è ben altra cosa. Ti inviterei a vedere uno dei miei gatti in esposizione e a dirmi quanto sia stressato o meno!!!!! Continuate a sostenere l’insostenibile quindi stando al vostro ragionamento sterilizziamo tutti i gatti così da estinguerli dalla faccia della terra, che poi va in contraddizione quando parlate di natura animale che deve seguire il suo corso ecco allora perché sterilizzare se in natura i gatti si riproducono??? Credo che dobbiate fare un po’ pace con il vostro cervello prima di scrivere castronerie
Cara Novella, nessuno ha mai detto che i gatti o i cani randagi non siano belli o non debbano essere tutelati e salvati…inoltre io con la mia coscienza sono più che in pace, ho salvato gatti e cani randagi e ora sto provando il mondo dell’allevamento, ma non per lucro, bensì per preservare le razze dall’estinzione e preservarle dalle malattie; gli amici vegani di questa redazione, che tanto parlano di randagi e di tutela degli animali, non hanno nemmeno accennato nella loro pagina FB dell’estinzione del Leopardo Nebuloso di Taiwan che ufficialmente è avvenuta all’inizio di questo mese; non si parla nemmeno della possibilità di estinzione del Gatto di Pallas; e non si è parlato della “Depenalizzazione dei reati di maltrattamento verso gli animali”, mah, bel modo di essere animalisti.
Ai redattori:
qui avete voluto alzare un polverone inutile verso persone che hanno a cuore gli animali tanto quanto Voi, forse di più.
Volete più visite alle Vostre pagine? piantatela di postare foto delle Vostre cene vegane e andate più sul concreto.
Ah, dimenticavo, essere vegano non vuol dire che il resto della popolazione mondiale è assassina e maltratta gli animali; rispetto la Vostra scelta di vita, ma Voi rispettate quella del resto del mondo.
Foirse a guardare i numeri il “resto ” sono gli onnivori, perché la maggior parte della popolazione mondiale è almeno vegetariana, in buona parte per motivi religiosi, in parte per ragioni etiche. Poi ci sono anche i salutisti. Insomma tante specie di vegani e vegetariani. E nessuno costringe nessuno. Però abbiamo come tutti gli altri il diritto di esporre le nostre idee e di esprimere un giudizio critico e motivato sulle posizioni degli altri.
Questo senza dubbio, ma qui Voi non avete espresso un giudizio, bensì avete attaccato una categoria di persone alla quale stanno a cuore gli animali (in questo caso gatti); dite che l’animale dovrebbe stare in libertà, beh, si vede cosa succede agli animali in libertà (leopardi, balene, orsi, tigri, panda ecc…). Se volete capire che qui non si tratta di concorsi di bellezza e di maltrattamento di animali bene, altrimenti rimanete nella Vostra “ignoranza” in materia.
Devo essere “costretto” a tenere in casa il mio gatto per evitargli brutte sorprese? così sia, almeno sono sicuro che non venga investito da macchine o maltrattato da quale imbecille per strada.
Ho visto che parlava di educazione, beh, l’educazione non dovete insegnarla a noi, ma a chi realmente maltratta gli animali, e a chi permette loro di farlo.
Per quel che riguarda le percentuali, il “resto” sono ancora vegetariani e vegani, un recente studio infatti dimostra che la Vostra categoria è in forte crescita, ma che supererete gli onnivori intorno al 2050.
Essere onnivori non vuol dire essere assassini, la natura ha fatto l’uomo onnivoro, ergo non vedo perchè debba essere additato come anti-animalista. Mangiamo carne e mangiamo verdura come natura ha voluto.
Caro Nessuno, chi abbraccia la scelta vegana il più delle volte lo fa per etica…il mangiare carne, latte, uova purtroppo alimenta un’industria che, per ovvi motivi di produttività, non può conciliare con il benessere dell’animale…sto aspettando che venga inaugurato il “macello compassionevole” (notare l’ossimoro). La scelta di essere vegani è una scelta personale a favore della vita di altri esseri viventi, animali umani ed animali non umani. Credo sia un gesto più che concreto. Chi abbraccia questa scelta non lo fa per essere migliore di qualcun altro…sta di fatto che mangiare carne, latte, uova provoca la sofferenza e la morte di milioni di animali, questo è un dato di fatto e bisognerebbe esserne quantomeno coscienti!
una cosa è certa, la differenza tra Gattofili e Animalisti amanti dei Gatti. Aiuto per quanto mi è possibile, una gattara. Non voglio nemmeno commentare il cibo, le cacchine, e le cure vet…
Perché lo facciamo per solo per Amore.
ps: io sn l’unica veg, tra le persone che la sera fanno l’appello e la notte non dormono se qlcs nn va.
Comunque a nome di tutti i GATTI, non litighiamo per loro. Loro, sono superiori. Vogliono Amore e basta. L’importante è che chi adotta un ANIMAle, soprattutto in qst gg. ci pensi non una ma 7 volte, xkè è per sempre, nel bene e nel male, in malattia e in salute, in ricchezza e in povertà, finchè morte non ci separi. E qst lo speriamo noi come spero gli allevatori onesti e in regola.
PACE, AMORE E TANTI MIAO e VISTO CHE CI SIAMO EVITIAMO DI DISTURBARLI CON I BOTTI DI CAPODANNO, ci sono tanti spazi dove non si rischia di sfinire i loro nervi, spaventarli e farli fuggire dal giardino di casa, sono esseri viventi che hanno un udito come i Cani, da record.
Insomma di commenti ne avete ricevuti a bizzeffe, mi compiaccio per il fatto che comunque siate rimasti aperti al dialogo e rispetto il vostro punto di vista, ma ci tengo a ribadire ancora che bisogna scrivere solo di quello che si conosce e non di impressioni o idee preconcette, altrimenti si rischia di fornire informazioni false a solo scopo denigratorio. Vi ritengo migliori di così.
Voglio farvi un esempio che, naturalmente, non è comparativo ma che forse vi fa capire quale è la cosa che proprio non può andare in questo intervento. Se io fossi del parere che i bambini devono essere liberi di esprimersi senza costrizioni e voglio parlarne al mondo potrei scrivere un articolo così:
Oggi la schiavitù esiste ancora in molte forme, purtroppo, e i neri come sappiamo dalla cronaca statunitense e non solo, continuano a venire pesantemente vessati, ma non è più legale acquistare e vendere gli esseri umani. E questa è stata senza dubbio una vittoria del progresso e della civiltà.
Questo pensiero mi ha accompagnata tutto il tempo nella mia visita alla scuola elementare di Cannigattì.
Piccole aule malconce, indottrinamento coercitivo di valori preconfezionati, apologia del benessere dove conta se hai l’Ipad e non quanto sei creativo.
Occhi di fanciulli ingenui a cui viene inculcata una verità uguale per tutti, inchinata al dio denaro, indottrinata dalla televisione.
Devi pensare così, devi agire così e se non lo fai sarai punito.
Ma cosa si nasconde dietro queste fabbriche di schiavi? Semplicemente il modo migliore per creare un popolo di umani pronti a recepire i messaggi del potere e della pubblicità
In Asia i bambini vengo usati come oggetti di piacere, costretti a prostutirsi, corpi oggetto da essere aperti quando il ricco di turno ha bisogno di un rene o di una cornea nuova….
E si potrebbe andare avanti.
Cosa c’entrano la scuola e i bambini e la Thailandia? Proprio nulla.
Un minestrone di retorica che non descrive la Scuola visitata ma solo che a qualsiasi scopo si vuol dire qualcosa anche se usando argomenti che non c’entrano nulla.
Invece di andare in Thailandia e combattere si va a scuola a insultare le maestre… geniale.
Volevo tralasciare anche il tono melodrammatico e autocompiaciuto dell’articolo, di chi si immagina sul podio con il vento a scompigliargli i fluenti capelli mentre declama verità al popolo… ma per piacere!
Buon senso, onestà intellettuale!
Magari la vostra causa è giusta ma se usate argomenti di questo genere diventate solo una macchietta.
Ti quoto in toto Paola e aggiungo che così facendo dimostrano solamente pochezza dovuta dal parlar per sentito dire….
Aggiungo anche che un allevatore serio se vede che il proprio gatto in Expo è stressato state certo che è la prima e ultima volta che verrà portato in show perché prima di tutto viene il loro benessere, tanto per esser chiari che non a tutti interessa stare sotto i riflettori ma le Expo sono motivo di incontro e confronto tra allevatori e veterinari, visto che molte volte nelle Expo vengono tenuti seminari e/o approfondimenti da parte di specialisti …..
Finché gli sará concesso per legge, l’uomo monetizzerá qualsiasi cosa…e anche oltre la legge…quante giustificazioni pur di fare i propri affari che sanno inventare allevatori e commercianti…a cui finiscono per credere anche loro stessi! -un ex allevatore-
Sono quasi tre anni che faccio expo, e ne ho viste parecchie, e nella maggior parte di esse erano presenti ,sempre nelle loro belle gabbie addobbate gatti provenienti da gattili, che cercavano una nuova famiglia, e credetemi,ne ho visti molti uscire da quelle porte con i loro nuovi amici umani.oppure bancarelle con oggetti in vendita sempre per aiutare i gattili, e anche in questo caso molti allevatori e pubblico presente hanno sempre dato un enorme contributo Allora servono anche questi expo così criticati!!!!!!!!!!ma di questo non ne parla quasi mai nessuno!!!!!!
Cara redazione RESTIAMOANIMALI, mi sono letto tutto il vostro articolo e onestamente non ho voglia di perdere tempo a confutare ogni vostra affermazione. A tutti gli altri che vi hanno risposto criticando dico: “lasciate perdere, è tempo perso”. E’ tempo perso perché le motivazioni che hanno spinto a fare questo articolo sono scritte nei loro commenti (cit:”siamo una redazione dichiaratamente animalista e antispecista” e “Restiamo animali è composta unicamente da persone vegane”). Detto questo mi chiedo:
Restiamoanimali, perché siete andati alla mostra di Firenze? Avete perso tempo perché tanto sapevate già cosa avreste scritto nell’articolo…..
Piuttosto, visto che siete animalisti convinti, perché non andate sul PO di notte a rompere le scatole ai rumeni che pescano con le reti e con gli elettro storditori? Avete forse paura di lasciarci le penne?
Mi è successo di entrare in casa di un allevatore ed ho visto decine di gatti ammassati in un appartamento, i maschi in una stanza, le femmine in un’altra, quelli in calore da una parte e quelli neutri dall’altra, i cuccioli per la maggior parte della giornata in gabbia con la madre.
Ho visto gatti che venivano lavati ogni due giorni per mantenere il pelo “perfetto” in previsione della mostra, ho visto gatti ai quali vengono stretti i testicoli in mostra affinchè aprano gli occhi.
Ho visto gatti fare viaggi estenuanti in auto, chiusi nel trasportino, completamente coperti affinchè non prendessero freddo e fossero “perfetti” per la mostra.
Gatti bianchi a pelo lungo che per mantenere il manto candido e folto venivano tenuti sul ghiaccio e che non erano liberi di evacuare perché si sporcavano il sedere.
Ho visto gatti in mostra strigliati mentre gridavano, ho visto gatti con il borotalco che venivano “spiumacciati” come cuscini affinchè il loro pelo fosse vaporoso.
A chi dice che ha dato la sua vita e i suoi risparmi alla creazione e alla selezione dello standard di bellezza di una razza e che ha fatto sacrifici immensi per questo, rispondo che nessun essere vivente ha chiesto che fosse fatto questo. È soltanto un atto egoistico dell’essere umano. Allo stesso modo è pensare che il gatto “randagio” sia il gatto “da salvare”. I gatti sono animali selvatici, non atti a mangiare croccantini al vapore con filetti di oca all’arancia. Sono animali liberi. Il fatto che l’uomo per proprio sfizio si diletti a creare razze perfette a me ricorda molto certe scelte di razza perfetta che sono state adoperate anni orsono in terre germaniche.
Che il gatto selvatico o randagio possa essere esposto a molte più malattie di un gatto domestico è inevitabile, che possa subire maggiori incidenti è parte della vita, Darwin la chiamava selezione naturale: sopravvive più a lungo chi è forte geneticamente, chi è vispo e perspicace e trova soluzioni migliori per scampare ai pericoli. Il fatto di tenere un gatto relegato in casa, ricco di vaccini e di croccantini ai Sali minerali e la lettiera al profumo di violetta selvatica, è uno sfizio unico dell’essere umano che attribuisce ad un altro essere vivente i propri standard di cosa significa “stare bene”. Nessun gatto ha deciso che per avere un manto lucido e folto fossero necessari 3 bagni la settimana, o crescere sul ghiaccio o fare viaggi estenuanti per potersi sentire apprezzato ed acquisire maggiore “stima in sé”. Questa è una questione del padrone, non dell’animale. Stessa cosa è il pensare che un gatto, per stare bene, debba, necessariamente aver bisogno e a fianco un essere umano che si classifichi come suo “padrone”.
Per quanto riguarda invece il tema della salute, la scienza ci insegna che per qualsiasi essere vivente la razza più forte è quella che proviene dall’incrocio di più geni. Le razze “perfette” o gli standard come li definiscono gli allevatori manifestano importanti problemi renali dai sei anni in poi e problemi evidenti alle articolazioni. Le cure veterinarie divengono poi necessarie a tamponare i vizi umani.
La salute di un essere vivente non si misura nella selezione degli accoppiamenti ma dalla potenza della diversità e dell’eterogeneità. E questa è scienza, non opinione. Ho visto gatti figli di generazioni di figli presentare anomalie respiratorie e cardiache e provare la vera sofferenza per uno sfizio umano.
Credo che questo non significhi che gli allevatori non nutrano un vero sentimento di affetto e oserei dire di Amore per i propri “figli”, quello che vorrei è che questo mio post potesse portare tutti, allevatori e non a riflettere quanto l’essere umano può essere egoista e scambiare per valore assoluto un suo personale ed egoistico bisogno di accudire, di controllare e dirigere anche la macchina della natura.
Un mio gatto a cui ero affezionatissima è morto tanto tempo fa di tumore. Ho fatto di tutto per curarlo, facendolo operare al fine che potesse vivere un po’ di più. Ha effettivamente vissuto un anno in più, ma l’operazione è stata terribile, la sua ripresa anche, un paio di mesi di sofferenza pura, un’operazione grossissima, per farlo vivere un anno in più. Per me è stato un grosso accanimento terapeutico che rispondeva esclusivamente ad un mio bisogno, egoistico bisogno che avrei fatto qualsiasi cosa pur di farlo vivere un anno in più. Ma io ho visto quella sofferenza in ogni suo sguardo, ho visto il suo risentimento per me che lo portai ad operarsi e la sua difficoltà a capire perché le avessimo fatto quello. Questa esperienza mi ha portato a riflettere quanto sia importante distinguere quanto i nostri bisogni personali, le nostre debolezze, possano condizionare e prepotentemente incidere sull’altro che sia un animale o un essere umano. Perché tanto poi, la natura, fa e deve fare sempre il suo corso!
Entro brevemente anch’io in questa discussione per dire che gli animali sono esseri “da amare” nelle loro naturali esigenze: cure, cibo, riparo e non pupazzi da trastullare, con ninnoli e borotalco. Solo chi si dedica ai più bruttini, ai più bisognosi, ai più “ingrati” (che magari ti ripagano anche con qualche bel graffio dettato dalla loro paura) si può dire che li ama. Chi apprezza solo i “belli” e quelli “di razza”, anche nel migliore dei casi, quando non lo fa per mero interesse economico, è come un “critico d’arte”. Per quanto mi riguarda non apprezzo affatto queste esposizioni, che ho visto una sola volta nella mia vita e mai più ripeterò. Forse loro, quei bei gatti, nelle loro gabbie dorate, nemmeno si rendevano conto di quanto la loro vita sarebbe e potrebbe essere diversa: l’egoismo umano gli ha tolto anche il desiderio di vivere secondo la loro realtà.
Buongiorno a tutti.
L’argomento animali, animalismo e tutto ciò che ne deriva è un concetto talmente vasto, le cui emozioni vengono vissute in forma molto personale e dalle molteplici sfaccettature.
C’è chi in una esposizione di bellezza vede e legge barbarie e strumentalizzazione dell’animale, c’è chi no. Stessa cosa sulle riserve faunistiche, c’è chi le vede dei lager c’è chi al contrario ritiene gli animali siano più in pericolo nel proprio habitat naturale, che possono diventare vittime di ingiustizie o cadere in mano ai bracconieri, o semplicemente venire uccisi perchè a qualcuno va così.
Il problema è come sempre politico, non c’è una legge che riconduca l’animale non come una cosa, ma ad un essere senziente che ha dei diritti. Addirittura si vorrebbe togliere il reato penale per maltrattamenti su esso.
Con tutti gli abusi e mercificazioni purtroppo vissute nelle mura domestiche, le esposizioni perdonatemi sono il male minore.
Francamente andrebbero denunciati gli allevatori non seri che lavorano male o esclusivamente per il profitto. E forse non è molto giusto pensare di guadagnarsi da vivere esclusivamente con la vendita di animali, di razza o meno.
Però questo metterebbe in discussione anche l’attività dei veterinari i quali sotto pagamento curano gli animali ..insomma .. è difficile dare giudizi, su cosa è giusto o è sbagliato.
Sono convinta che la via di mezzo debba essere quella giusta, informare, cercare di indirizzare ad una vita il meno cruelty free possibile, tenendo presente che se si hanno soprattutto gatti, non potranno nutrirsi solo di vegetali.
E certi animali domestici sono carnivori obbligati.
Gli estremismi in tutte le direzioni sono sempre negativi.
Cerchiamo di non far sentire in colpa le persone per aver visitato un expo, per aver acquistato un’animale di razza, o per aver mangiato una mozzarella, in realtà, bisognerebbe invece punire severamente chi abbandona, chi utilizza le associazioni per consegnare animali non voluti, e magari insegnare ai bambini che esistono fratelli e sorelle pelose con i medesimi diritti.