E’ l’11 marzo 2014. Roberto ha 24 anni, vive a Populonia in una zona fortemente agricola, è un operaio della Lucchini di Piombino. Guidando la sua auto quel giorno, Roberto percepisce uno strano movimento al lato della strada. Si ferma, guarda meglio e nota una minuscola cinghialina che cammina da sola lungo la rete che delimita il Parco. La sua mamma non è accanto a lei, né ci sono dei fratellini o delle sorelline nelle vicinanze. Roberto si guarda intorno guardingo, perché una mamma di cinghiale non è mai tenera verso chi si avvicina. Poi il tempo passa e lui si chiede cosa sia meglio fare. Lasciarla sola sperando che poi la mamma arrivi? E se la mamma è rimasta uccisa dai cacciatori? Anche in quella zona come in molte altre, al di fuori del calendario venatorio i cacciatori vengono autorizzati a uccidere gli animali selvatici impropriamente definiti “nocivi”.
E’ un dilemma.
Roberto non si riconosce come un attivista animalista, non è vegano, viene da una famiglia di origine contadina che alleva ancora polli e conigli come un tempo, ha uno zio cacciatore. Però in lui c’è una sensibilità speciale, una predisposizione all’empatia che gli impedisce di girarsi dall’altra parte e che lo spinge ad accogliere e proteggere quella vita indifesa. Da quel momento comincerà una storia di amicizia e di affetto che coinvolgerà tutta la famiglia di Roberto e anche altri parenti, amici e vicini, non senza qualche momento di apprensione e difficoltà.
La cinghialina verrà chiamata Neda, nome tipicamente livornese e diventerà una star grazie alla rete e grazie al quotidiano Il Tirreno che pubblica un suo filmato.
Due mesi dopo la redazione di Restiamo animali si è recata a Populonia per conoscere di persona Neda e Roberto. E’ facile innamorarsi di questa intelligente e vivacissima creatura del bosco, che si è adattata benissimo a vivere prima in casa e adesso all’aperto, in un grande spazio che condivide con una coniglia, sì perché Neda ha fatto chiaramente intendere che non ha alcuna voglia di star sola. Roberto dice che su Facebook tante persone vegane gli hanno chiesto l’amicizia e che verso l’alimentazione tradizionale comincia ad avere un senso di disagio.
Lo zio di Roberto non rinnoverà la tessera di cacciatore. E chissà che grazie a Neda altre persone non si avviino verso un percorso di vita cruelty free.
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