Wwf e Restiamo Animali fermano la caccia alla volpe in tana nella Provincia di Prato. Mercoledì mattina è stato diffuso alla stampa e nel circuito dell’associazionismo ambientalista e animalista l’appello sottoscritto da personalità della cultura, della scienza, della politica e giovedì mattina l’ufficio stampa della Provincia, con un post su questo blog, ha comunicato il ritiro della determina che autorizzava la caccia alla volpe in tana, con trappole e mediante fucilazione fino al 31 dicembre.
E’ un risultato importante e che ci aspettavamo di ottenere, dopo il sucecsso dell’analoga campagna vinta a Siena qualche tempo fa. La marcia indietro della provincia è stata rapidissima, più di quanto potessimo immaginare. Vogliamo interpretare questo veloce cambiamento di indirizzo come il segnale che le decisioni in materia di caccia vengono spesso prese nella regione Toscana sulla scorta di abitudini e tradizioni consolidate, senza che vi siano ragioni reali di necessità e convinzioni davvero radicate.
Se così fosse, vorrebbe dire che il fronte pro caccia è più fragile di quel che vorrebbe far credere, per quanto in questi giorni le associazioni venatorie abbiano ottenuto un enorme favore da parte della Regione Toscana, che ha concesso la possibilità di cacciare cinghiali e ungulati oltre i termini consueti: il motivo addotto dall’assessorato, anche stavolta, è il presunto danno all’agricoltura.
Se possiamo ritenere che le volpi siano in salvo, resta aperta l’altra questione sollevata con il nostro appello: la sorte del lago delle Pantanelle e il rischio che si decida definitivamente di aprirlo ai cacciatori, negando la sua funzione e vocazione di luogo di approdo e passaggio per gli uccelli migratori.
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