La Provincia di Prato sta tornando alla carica, incurante di tutte le obiezioni e delle sue stesse aperture e promesse. La giunta sta per esaminare una nuova determina per consentire l’uccisione di cento volpi nel periodo estivo, sulla base di un presunto “eccesso di popolazione” che causerebbe imprecisati danni. L’edizione pratese del Tirreno ha riportato la notizia: l’assessore Antonio Napolitano, in un passaggio, dice di essere ancora in attesa di proposte alternative. Gli ha risposto sullo stesso giornale Camilla Lattanzi.
Sembra un dialogo fra sordi, o meglio un dialogo nel quale uno dei due finge d’essere sordo. La Provincia aveva ricevuto una proposta di massima, con l’indicazione dei passaggi essenziali di un piano non cruento di gestione del territorio e tutela della fauna selvatica (e sostenuto dalla firma di 28mila persone in calce alla petizione on line). Una proposta propedeutica all’istituzione di un tavolo tecnico. Quella proposta è caduta nel vuoto e ora l’assessore dice di essere in attesa. Qui sotto la presa di posizione collettiva di Restiamo Animali con associazioni animaliste e ambientaliste.
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Margherita Hack è stata la prima firmataria dell’appello contro la strage di volpi prevista da un atto della Provincia di Prato. Ha fatto in tempo a sapere della sospensione decisa dall’assessore Antonio Napolitano e della sua apertura a una soluzione diversa, cioè “cruelty free”, del caso. Ora, all’improvviso, sembra che l’assessore torni sui suoi passi e voglia dare il via libera alla fucilazione di cento volpi, chiudendo il dialogo avviato con animalisti ed esperti del ramo e ignorando la petizione per la salvezza delle volpi sottoscritta da oltre 28 mila cittadini.
Nei giorni scorsi abbiamo inviato all’assessore una bozza di progetto per affrontare il “caso volpi” con metodo scientifico e finalità non violente (http://www.restiamoanimali.it/2013/06/17/proposte-per-salvare-le-cento-volpi-condannate-a-morte-a-prato/ ), ma non abbiamo avuto alcun cenno di interesse. Non abbiamo nemmeno ricevuto, come ci era stato promesso e garantito, il “censimento” che sarebbe alla base della scelta di uccidere cento volpi.
Torniamo a chiedere all’assessore l’immediata apertura di un tavolo tecnico che proceda a un esame accurato e con metodo scientifico della situazione: di quante volpi stiamo davvero parlando? Come sono state censite? Da dove nasce il numero di 100 esemplari da condannare a morte? E’ noto che la campagna di caccia, con l’eliminazione di cento esemplari, non cambierà in alcun modo lo stato delle cose e fra un anno sarà riproposta un’identica “soluzione” di caccia in deroga, utile solo ai cacciatori. Una volta verificati gli eventuali danni alle coltivazioni, si potrà procedere a studiare un piano di tutela dell’agricoltura, dell’ambiente e della fauna che salvi le volpi da una campagna di morte inutile e ingiusta.
Restiamo Animali – Gat – Lida – Cabs – Italia Nostra – Lac – Ceda
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