Per capire come lavora la lobby dei cacciatori e che peso abbia in politica, specie in Toscana e specie nel centrosinistra, ecco una storia esemplare (e al tempo stesso penosa).
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una lettera-appello promossa dalla senatrice Monica Cirinnà e rivolta al presidente della Provincia di Siena, affinché rinunciasse (come in effetti è avvenuto) ad autorizzare la caccia alla volpe in tana. Il documento è stato sottoscritto da un nutrito gruppo di senatori del Partito democratico, alcuni dei quali eletti in Toscana. Fra loro, come noi stessi abbiamo sottolineato, tre personaggi che hanno avuto ruoli di peso nell’amministrazione regionale: Vannino Chiti, Claudio Martini, Riccardo Nencini.
L’intervento in favore delle volpi non è sfuggito alle organizzazioni dei cacciatori, che devono avere tirato le orecchi ai dirigenti regionali del Pd, il quale – come si legge in questo testo impressionante per la sua alta dose di cinico realismo e di perentoria chiusura preventiva di ogni discussione – è prontamente intervenuto per lamentarsi con il trio Chiti-Martini-Nencioni per la firma in favore delle volpi e richiamarli con grande forza all’ordine. Non sia mai che il Pd e le amministrazioni toscane di centrosinistra facciano qualcosa di sgradito ai signori cacciatori, che sono considerati – da quel che se ne sa – un grande serbatoio di voti e che rappresentano però un bastione dell’indifferenza morale e della conservazione di tradizioni inutili e crudeli che tentano di resistere anche all’incalzare del buon senso.
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