di Desi Baggiani
Ho ancora ben chiaro in testa il ringhio di un cane a catena, quand’ero bambina, perché mi ero incautamente avvicinata a lui. Ricordo che non capii, ma ci rimasi molto male.
Non per il ringhio, no, quello sapevo che era il suo modo di dirmi “lasciami in pace che oggi non è giornata”. Ci rimasi male perché quel cane, che giorni prima correva felice con me per i campi dietro casa, adesso non si poteva muovere se non di qualche passo.
E soprattutto non era più lui… Era triste, arrabbiato, infelice.
Mi guardava con degli occhi che parlavano, come se volesse chiedere a me “perché?!”
Non l’ho mai saputo il perché l’avesso messo a catena, non era il mio cane e non potevo chiederlo ai proprietari. Lui era “solo” un compagno di giochi, di allegre corse sfrenate, a cui improvvisamente qualcuno aveva voluto mettere fine.
Quegli occhi e quella scena, dolorosa ancor più agli occhi di una bambina, mi sono entrati nel cervello.
La sensazione di ingiustizia e di impotenza che provai allora, si rinnova ogni volta che mi imbatto in un cane a catena, un sopruso crudele, una vera e propria tortura psicologica, di cui solo un altro animale senza cuore, l’essere umano, può essere capace di mettere in atto nei confronti del suo migliore amico.
Tutt’ora girando per le campagne toscane si trovano ancora cani tenuti a catena, in condizioni veramente crudeli, in barba a regolamenti ma soprattutto in barba alla civiltà e al rispetto dei “non umani”.
Ecco perché ho aderito con slancio al digiuno staffetta in sostegno di quello portato avanti oramai da 39 giorni da Davide Battistini.
Il mio digiuno di 24 ore è stato solo un modesto contributo rispetto alla battaglia che lui sta portando avanti in prima persona, mettendo a rischio la propria salute se non la propria vita, ma è un modo per essergli vicino, per gridare insieme a lui e insieme a chi ha aderito, un forte NO ai cani costretti a vivere a catena!
Un giorno di digiuno in cui lo stomaco ogni tanto si è fatto sentire si, ma per ricordarmi perché lo sto facendo. E allora sorrido e butto giù un tè caldo. E’ servito anche per divulgare l’iniziativa, sperando che qualcuno abbia voglia di informarsi per capire e approfondire l’argomento, e magari anche aderire a sua volta…
E’ stato utile anche per ribadire a qualche scettico che, digiuno solidale a parte, ci si può nutrire con gusto nel massimo rispetto della vita di tutti gli altri animali, guadagnandoci in salute e in rispetto di se stessi, oltre che degli altri esseri viventi.
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