di Marta Brambilla
PENSIERINO DELLA FAME – Non aprite quella dispensa!
Ed eccoci qui, mentre una manciata di ore mi separa dalla fine di questa via crucis formato pocket a sostegno di Davide Battistini.
Io – come lui e tanti altri – dico un fermo NO ai cani alla catena. Ma scrivere o appellarsi pacificamente non sortisce troppi effetti, quindi l’idea è stata di seguire Davide nella sua crociata attraverso una staffetta del digiuno.
Oggi tocca a me.
La mia benzina? Il caffè, che per fortuna amo fin troppo e il cui gusto in qualche modo riempie lo stomaco afflitto.
Fatto 1: evitare il cibo è di una tristezza pazzesca.
Per fortuna la mia giornata in ufficio ha aiutato, perché una serie di colpi di scena ha stressato altre zone del mio organismo:
- il server di posta è collassato nelle prime ore della mattinata, impedendo alle nostre strategie di contagiare il mondo
- è arrivato The Boss e ho sfiorato il panico quando temevo si profilasse un invito a pranzo
- Un contatto chiave è passato a sorpresa per un caffè (un altro!) e ricerca di idee strabilianti possibilmente in esclusiva
Ho twittato molto durante la giornata, sostenendo la campagna e raccontando in pillole la mia maratona no-food. Tra l’altro mi sembrava un argomento diverso da gettare in pasto alla rete. Non sono stanchi di cinguettare di #Berlusconi #propostachoc #agendaMonti #MasterChefIt ?
Ho perso 2 follower.
Fatto 2: non si può piacere a tutti.
Giocando abilmente sul senso di attesa ho preparato il terreno con le mie cerchie di amici e conoscenti, coinvolgendoli nel countdown verso il 5 febbraio e soprattutto nel senso di tutto questo: Davide, il digiuno prolungato, l’ingiustizia dei cani alla catena, il silenzio delle istituzioni…
Tocca ammetterlo, tranne rarissime eccezioni, che si contano su 1/5 di una mano, non ho percepito molto entusiasmo o curiosità.
Fatto 3: nel gregge il nuovo nero è sempre il bianco
Tutto questo mi lascia riflettere sull’impatto delle nostre azioni , ma resto inguaribilmente ottimista. Se intorno a me oggi non ho ricevuto il riscontro sperato, posso sempre contare sulla certezza che là fuori – a solo pochi gradi di separazione da me – ci siano donne e uomini degni di questa nostra specie umana. Esseri che combattono anche da soli, con incredibile perserveranza. Come Davide.
Fatto 4: l’entusiasmo contagia più del raffreddore
Chiudo qui questa breve cronaca di una giornata molto particolare, ma la prima forchettata di domani non concluderà il mio impegno in questa battaglia onestissima. Anzi, a stomaco pieno si ha più forza per spezzare le catene…
SCATENIAMOCI!!!
GRANDISSIMA MARTA! SCATENIAMOCI!
Brava Martuzza!! Meno male che ci sono persone come te! 🙂