Sull’Informatore di Unicoop Firenze di marzo 2013, a pagina 40, si parla di un’iniziativa del Meyer che viene pubblicizzata così: “Il benessere dei bambini. Sarà questo il tema conduttore della festa, organizzata dalla Fondazione Meyer […]Per tutta la giornata di sabato 2 marzo […] si terranno una serie di laboratori creativi, spettacoli, momenti di gioco e tante sorprese a misura di bambino[…]. Per la gioia dei bambini ritornano gli animali: gli asinelli di Arci Asino Castello, con il calesse per portare in giro i bambini, e il falconiere Fabio Bonciolini che terrà uno spettacolo all’aperto con i suoi rapaci.[…]”
Questo il sito indicato www.meyerperamico.it Info: fondazione@meyer.it – 055.5662316
Questo è il messaggio che la redazione ha inviato alla Fondazione Meyer
Buongiorno
vi scriviamo come redazione della trasmissione radiofonica “Restiamo animali” per esprimere il nostro dissenso nei confronti del programma della festa del 2 marzo per i bambini che avete recentemente divulgato.
Tale programma prevede l’utilizzo di animali come “attrazione” per richiamare persone. Ma gli animali sono viventi senzienti e non dovrebbero venire “utilizzati come attrazione” in quanto non scelgono di esserlo, e non possono sottrarsi alla forza di chi li costringe a farlo.
Sul sito www.meyerperamico.it si legge che sono previste delle “passeggiate in carrozza trainate da asini” e, addirittura, “uno spettacolo di falconeria”.
Ci chiediamo che cosa ci sia di divertente nel vedere animali addestrati.
In merito poi alla falconeria, questa altro non è che una pratica venatoria. Fareste assistere dei bambini a una caccia al cinghiale?
Anche nella falconeria come nelle altre pratiche venatorie alla violenza degli uccelli addestrati (in questo caso i falchi) si unisce quella nei confronti delle “prede”.
Forse non tutti sanno che i falchi addestrati, fuori dalle fasi di volo vengono mantenuti con uno stretto cappuccio di cuoio sul capo, che copre totalmente gli occhi.
Noi e i nostri ascoltatori pensiamo che quanto sopra descritto non sia uno spettacolo etico e proponibile ai bambini.
Vi chiediamo pertanto, come segno di civiltà e di rispetto, di annullare tali “numeri” dal vostro programma rivolto ai bambini e alle loro famiglie, consistendo essi in spettacoli diseducativi che fanno passare un messaggio di disprezzo verso la dignità e la libertà degli altri esseri viventi.
Attendendo un vostro cortese cenno di risposta
porgiamo distinti saluti
La redazione di “Restiamo animali”
restiamoanimali.blogspot.com
Questa la risposta della Fondazione Meyer
Gentile Redazione,
vi ringraziamo per la vostra mail e per le vostre osservazioni di cui vi assicuriamo faremo tesoro per il futuro.
Desideriamo altresì informarvi che le attività proposte da Fabio Bonciolini e da Sandro Useli di Arci Asino Castello ci risultano essere rispettose dei loro animali e tese a promuovere l’aspetto culturale e storico nel primo e culturale e ricreativo nel secondo.
Anche dietro vostro stimolo sarà nostro impegno nelle prossime settimane approfondire in incontri in Ludoteca le tematiche oggetto. Vi terremo informati e sicuramente sarà un’occasione di crescita e conoscenza per tutti.
In prossime occasioni pubbliche non mancheremo di avere ancor più attenzione alle tematiche da voi evidenziate.
Un cordiale saluto,
La Fondazione Meyer
Nostre conclusioni:
Ancora una volta, come per tante sagre e palii, si ripropone il tema della “cultura” e della “tradizione”, a difesa della schiavitù animale e del diritto umano a forzare gli altri animali a fare cose che non scelgono di fare, che non sono etologicamente rispettose e che forzano i loro istinti e la loro libertà.
Vorremmo ricordare che è esistita una “cultura della guerra” una “tradizione della schiavitù”, una “tradizione dell’omicidio” (forse la tradizione più antica del mondo) ma non per questo oggi la guerra, la schiavitù e l’omicidio sono difendibili. Le tradizioni, quando sono crudeli possono e devono venire ripensate. Chiederemo al Meyer di invitarci agli incontri in Ludoteca che approfondiranno queste tematiche per potere esprimere e argomentare in quel contesto il nostro punto di vista.
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