di Francesca Tonanni
Ho imparato a credere nella forza delle mie idee. Tutto quello che immaginiamo può diventare realtà se davvero abbiamo fiducia in noi.
Avevo 13 anni quando decisi che non avrei più avuto cadaveri nel mio piatto. Una ragazzina, sola e completamente all’oscuro di come si costruisse una dieta bilanciata, in un luogo (al sud) e un tempo (25 anni fa) in cui fare una scelta alimentare del genere non era facile: esclusa da mense scolastiche per incompatibilità con il menu settimanale; pranzi con decine di parenti (al sud siamo prolifici, si sa), che dicevano alla mamma che ero “pazzerella” e ogni volta che li incontravo mi chiedevano se ero finalmente guarita; feste con gli amichetti che puntualmente mi additavano come quella “strana”.
Oggi nelle mense scolastiche ci sono menu differenziati; tra i miei parenti si annoverano altri due non carnivori (più una dalla nascita); e mi risulta che due tra quegli amichetti setaccino le vie della città per raccattare animali abbandonati, mentre un’altra si è persa per non so quale mare a dare la caccia ai cacciatori di balene.
Negli anni ‘80 ascoltavo con mia sorella canzoni di Freddie Mercury, George Michael, Boy George, e la loro sessualità ci sembrava qualcosa di totalmente normale. Non lo era per molti altri. Ma un artista era diverso, era stravagante, gli era concesso.. al vicino di casa no. Era semplicemente malato. Decidemmo di andare ad un gay pride. Per solidarietà. Per giustizia. Perché la cosa riguardava anche noi, riguardava tutti.
Dopo qualche anno mi sono innamorata di una donna, e ho sentito sulla mia pelle cosa fosse la discriminazione quando hanno cominciato ad additarmi per strada se tenevo la mia compagna per mano. Per me era una storia vecchia quella del dito puntato contro… Ma ieri hanno approvato anche in Francia la legge per i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ho fiducia nel mio Paese.
Di ritorno da un viaggio a Parigi, quattro anni fa, avevo ceduto uno dei miei due biglietti a Bamba, un ragazzo originario del Senegal, che era salito di corsa sul treno e non aveva potuto comprarselo prima. Ne avevo uno in più perché intanto la mia compagna aveva smesso di tenermi la mano, ed ero partita da sola. Il treno fu fermato nel pieno della notte, e mentre tutti dormivano io fui perquisita insieme a lui. Non so cosa credessero di trovare tra il mio reggiseno e i suoi bagagli, ma per me fu un atto di violenza.
Controllarmi per aver aiutato un nero a viaggiare tra due paesi ‘civili’… Roba da film hollywoodiano ambientato nel secolo scorso! E mentre tremavo impaurita Bamba mi disse “stai tranquilla, con me lo fanno sempre, mi fermano anche per strada”. E dalla paura passai alla rabbia. Con me non lo avrebbero MAI fatto se non fossi stata con lui. Due vite, stesso Paese, diritti diversi. Mi sono sentita nera per un giorno, insieme a lui.
Vegetariani, celiaci, terroni, autistici, donne, omosessuali, neri… siamo tutti cani alla catena, e se solo uno di loro soffre, soffriamo tutti. Siamo tutti inevitabilmente connessi.
Non c’è bisogno di essere animalisti attivisti, superlaureati in antideforestazione amazzonica, o specializzati in qualche supercazzola scientifica o di matrice induista, per capire l’importanza della questione e per interessarsene. FATELO e basta.
In seguito a questo digiuno ho un forte mal di testa, senso di nausea, debolezza, ma è poca cosa in confronto alla sofferenza che ho bisogno di combattere per vivere in un mondo all’altezza delle mie aspettative. E se qualcuno oggi mi ha puntato il dito contro pensando che fossi matta… sono sicura che domani userà tutte e dieci le dita per slegare più catene di me.
Frà mi hai lasciato un’altra volta senza parole!
Sei unica e grandiosa…..