di Silvia Vallecchi
“La nostra vita non è nostra… Siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”.
La favola di Fedro “Il lupo e il cane: libertà e servitù”: l‘incontro tra un lupo libero e affamato e un cane sazio, ma tenuto legato dal suo padrone, ci spinge a riflettere sul valore della libertà, per questo motivo ho voluto sostenere Davide Battistini, con il mio digiuno, nella sua battaglia.
“Sono in sciopero della fame dal 1 gennaio 2013 per una proposta di civiltà. Voglio ottenere dal governo regionale dell’Emilia Romagna il divieto di detenere i cani alla catena nelle abitazioni” dichiara Davide, per cui è bello potere cercare di aumentare il rispetto per tutti gli esseri viventi in un mondo che li tiene spesso ai margini, li usa come cose, li butta senza curarsene, è l’umana mancanza di sensibilità con la sua scala gerarchica.
Ho iniziato il digiuno alla mezzanotte di giovedì proprio dopo una cena vegana-vegetariana con altre persone non vegane, in cui l’argomento è stato principalmente la mia “condizione”, sì condizione.
Mi capita ormai spesso che le persone si debbano occupare delle mie scelte di vita, in particolare alimentari da quando non mangio nulla che è di origine animale. Una delle stranezze della serata è stata quella di tacciarmi di avere privato Simba e Matisse, i gatti con cui condivido tutte le mie giornate, della loro libertà.
Che siano liberi di scorrazzare per le strade felici, liberi di morire di stenti, liberi di essere investiti dai mezzi che sfrecciano sulle strade… Liberi di prendersi le malattie, liberi di morire il prima possibile.
Fin da quando ero bambina ho vissuto con Speedy, Cico, Nerone, Lilly, Minou, i miei gatti, è uno scambio continuo di emozioni e stupore che ancora ho oggi nel vederli gironzolare per casa e non potrei pensare di non stare a contatto con loro. Amano stare rannicchiati accanto a me, non mi lasciano mai da sola neppure in bagno.
Appena rientro sono dietro la porta di casa e mai penserei di privarli della loro libertà di movimento. Non ho la fortuna di vivere in una casa con dello spazio esterno, ma ho provato a portarli fuori o in vacanza con me, solo non li ho resi felici come credevo, e se avessi uno spazio esterno mi preoccuperei solo per la loro incolumità, starei molto attenta e vigilerei su di loro.
Per questo non riesco a comprendere chi tiene i cani incatenati, in alcuni casi con la catena così corta da impedirgli di sedersi o accoccolarsi, non voglio che questo continui ed è necessario che sia il legislatore a porre rimedio a questa barbarie il prima possibile.
Ieri sera all’avvicinarsi del passaggio del mio testimone sono stata a vedere il film “Django” di Tarantino in questo caso uomini alla catena, ci fa di nuovo riflettere di come è stata ardua, lunga, faticosa, la lotta per la libertà e l’uguaglianza di tutti gli esseri non animali, così come nel film “Cloud Atlas” all’avvocato, che diventerà un attivista per i diritti delle persone di colore, viene detto: “C’è un ordine naturale in questo mondo. Quelli che tentano di sovvertirlo hanno vita breve, voi siete solo delle gocce in un oceano”.
Sono consapevole che abbiamo ancora molta strada davanti ma “Cos’è l’oceano? Se non una moltitudine di gocce…”
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