I media italiani ed europei hanno dato ampio spazio al caso della carne di cavallo scoperta in alcuni alimenti. Ne è nato uno scandalo, dovuto per lo più alle preoccupazioni sulla qualità della carne – non verrà da animali impiegati nelle corse e magari dopati? – e al rifiuto di molte persone di nutrirsi di carne di cavallo.
Si è quindi parlato di trasparenza e di etichettature, ma lo scandalo vero è un altro, e cioè alla sorte cui sono destinati i cavalli impiegati nell’ippica. I cavalli hanno una vita agonistica molto breve, a 4-5 anni d’età sono già oltre il culmine della loro carriera e sono quindi detsinati al macello. Ecco lo scandalo, che tutti conoscono.
Antonio Nardi Dei da Filicaja Dotti, fondatore dell’Italian Horse Protection, ci racconto questa scomoda verità: “Chiunque tiene dei cavalli”, dice, “dovrebbe sentirsi impegnato con loro per tutta la vita. Un cavallo vive fino a più di trent’anni. Chi li considera degli oggetti, se ne disfà quando non gli servono più. E questo non c’entra con le etichettature”.
L’Italian Horse Protection in questo periodo sta impegnandosi per il caso dei cavalli sequestrati a Colleferro, di cui abbiamo parlato in altra puntata: per donazioni e per avviare le procedure di adozioni, consultare il sito della Ihp.
CI FINISCONO ANCHE QUELLI DEL SALTO OSTACOLI ………..ANCHE SE TANTI COME IL MIO HANNO IL CERTIFICATO NN A USO UMANO CI FINISCONO LO STESSO E CMQ FANNO PRESTO CAMBIANO CERTIFICATO E POI NN PARLIAMO DEI VETERINARI COMPIACENTI CI VORREBBERO PERSONE CHE CONTROLLANO SEMPRE MA NN CI SONO .E SE CI SONO SON DAVVERO POCHE …………SENZA PARLARE DI CHI MANGIA CARNE DI CAVALLO CHE NN SA E SOPRATUTTO NN GLI FREGA DI CHE MANGIA………………….BUTE CORTISONE METACAM ANTIBIOTICI E SENZA PARLARE DI QUANDO VIENE DIAGNOSTICATA LA PIROPLASMOSI I BOMBARDAMENTI CON FARMACI ……………………MA A NESSUNO FREGA LI MANGIANO LO STESSO
Cara Letizia hai ragione c’è anche tanto menefreghismo e su quello noi non possiamo fare niente. I veterinari poi sono in gran numero “collaborazionisti” nei confronti delle violenze sugli animali.
Ma questa cultura non è inattaccabile, non è monolitica, e noi ne siamo la riprova. Quello che possiamo riuscire a fare – collaborando tutti insieme – è informare chi sta subendo questa situazione perché è disinformato, e far riflettere chi non è abituato a riflettere sulle proprie scelte di consumo. Cerchiamo di scalfire questa cultura violenta, stando nella fiducia: anche noi (tranne pochissime persone molto fortunate) siamo partiti mangiando carne e senza capire tante cose. Ma poi abbiamo saputo ascoltare, abbiamo saputo cambiare. Mantenere la fiducia nel cambiamento degli altri ci aiuterà a ottenere dei risultati.