Durante la prima guerra mondiale ci fu anche una “leva canina”: i proprietari di cani furono invitati dalle autorità tedesche e austro-ungariche a portare i propri animali a una vera visita di leva, cui seguiva l’arruolamento. E’ una delle tante scoperte che si fanno leggendo il libro di Roberto Todero, “Cani e soldati nella prima guerra mondiale” (Gasperi editore), dedicato ai cani in servizio nell’esercito austro-ungarico.
I cani erano utilizzati per il trasporto di materiali, cibo e armi e nei fondamentali servizi di pronto soccorso sul campo, per i quali erano addestrati simulando battaglie, in modo che si abituassero agli scoppi e ai rumori, oltre che a riconoscere i soldati feriti e a dare l’allarme, portando sul posto infermieri e portantini. Erano usati anche come porta-messaggi: missioni molto pericolose ma preziosissime in un’epoca di comunicazioni molto difficili.
Il ruolo dei cani nell’esercito austro-ungarico era disciplinato da precise regole, anche sugli spazi e sul cibo assegnati. Il libro è ricco di fotografie che documentano un aspetto poco conosciuto della Grande Guerra. Todero non è riuscito a stimare il numero di cani arruolati dall’esercito dell’imperatore Francesco Giuseppe, ma c’è una cifra precisa per l’alleato tedesco, che aveva in servizio ben 30 mila cani: solo il 10% di loro fece ritorno a casa al termine della guerra.
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