Da questa settimana nella rubrica Visti da vicini cominciamo a proporre una serie di ritratti di animali tratti dal libro “Novantacinque”, edito da Impronte di Luce, la casa editrici di Elena Grassi di cui abbiamo parlato qualche settimana fa.
“Novantacinque” raccoglie le testimonianze scritte di una serie di volontari che raccontano Amelia e Charlie, Oliva e Lucky Lady, insomma gli animali che hanno conosciuto durante periodi trascorsi nei vari “santuari” degli Stati Uniti, cioè quei rifugi dove trovano riparo animali liberati dagli allevamenti.
Sono ritratti spesso molto belli, sempre molto veri, che aiutano a capire come ogni animale sia un individuo, con una personalità, una storia, un carattere che non è possibile rinchiudere all’interno di categorie stratte, che servono solo a confermare l’artificiale distanza creata fra gli uomini e gli altri animali al fine di dominare questi ultimi
“Novantacinque. Gli animali di fattoria come non li avete mai visti” può essere acquistato on line sul sito di Impronte di Luce. Contiene fra l’altro bellissime fotografie degli animali di cui si parla.
Ecco il primo brano.
AMELIA – compagna gentile
In una perfetta giornata di primavera, raggiunsi in auto la Virgilia Eastern Shore per far visita a a un santuario dedicato al salvataggio e alla cura del pollame. Dopo il mio arrivo, io e Karen, la fondatrice del santuario, parlammo a lungo, sedendoci in vari punti del cortile.
Mentre la maggior parte dei residenti cominciò a farsi i fatti propri, alcuni degli uccelli li ritrovavo costantemente nella mia visione periferica. C’era Frankincense, il pavone, che sfoggiava continuamente la sua coda per ottenere attenzione; c’era il vanaglorioso galletto Rhubarb; e poi Aubrey, un giovane tacchino maschio in preda ad eccitazione primaverile; ed Amelia, una placida tacchina bianca che ci ronzava attorno osservandoci.
Era più che altro curiosa di vedere cosa facessi, e lasciò ai maschi il compito di pavoneggiarsi e atteggiarsi. Aubrey ed Amelia erano arrivati al santuario quando avevano circa 5 mesi. La Eastern Shore della Virginia e del Maryland sta all’allevamento di pollame come il Midwest sta all’allevamento del bestiame. Aubrey ed Amelia discendono da uccelli specificamente allevati per la carne.
Terminata la conversazione, Karen mi lasciò sola perché potessi fare conoscenza con gli uccelli e fotografarli. Amelia mi si avvicinava furtivamente sempre di più facendosi quasi immobile ogni volta che mi voltavo per rivolgerle la mia attenzione. Ovunque andassi, non era mai molto lontana. Mi ricordava i miei cani: devono sempre sapere ovunque io sia.
Amelia trascorre gran parte del suo tempo con le galline e i galli, ma è anche piuttosto indipendente. Le piace la compagnia degli esseri umani e ricerca lo scambio di affettuosità fisiche con visitatori e volontari. Spesso fa bagni di terra insieme alle galline e poi va alla ricerca di una macchia di sole per rilassarsi.
Continuò a osservarmi, trasformandosi nella mia ombra. L’innata curiosità di questi uccelli fu ciò che li fece quasi estinguere quando gli europei arrivarono in nord America. Si avvicinavano alle persone per curiosità e venivano uccisi in massa. La loro ingenuità veniva derisa e ancora oggi l’epiteto “tacchino” equivale a un insulto.
Alla fine non ebbi altra scelta che fare una coccola ad Amelia, cosa che lei sembrò apprezzare. Allontanando la macchina fotografica con una mano riuscii a inquadrare noi due insieme. Volevo catturare la sua dolcezza e il suo desiderio di coccole.
Da allora ho conosciuto altri uccelli, alcuni dptati di forti personalità ma, nel passarliin carrellata, la dolcezza di Amelia continua a colpirmi particolarmente. Il suo semplice desiderio di essere coccolata è un pugno allo stomaco quando passo davanti a una rosticceria.
Davida Gypsy Breier
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