Francesca è una delle novanta persone che avevano aderito al digiuno a staffetta in sostegno a quello di Davide Battistini per una legge che proibisse di far vivere (e morire) i cani legati a una catena. In quell’occasione ci mandò una sua foto titolata “io e lei” in cui Francesca appariva, indossando una felpa di Sea Shepherd, di fronte a una rattina bianca, una di quelle da laboratorio, con gli occhi rossi.
Quella foto ci incuriosì e scoprimmo che Francesca e la sua coinquilina, invece di un più comune animale domestico, avevano adottato tre rattine femmine riscattate da un laboratorio dove viene praticata la vivisezione. Con quell’adozione, la sorte di Punky Milla e Janis – tre nomi non casuali, assegnati alle tre amiche in virtù delle loro caratteristiche sociali – è miracolosamente cambiata: invece di fare esperienza di dolore e morte, le tre rattine vivono oggi una vita che forse non è quella della libertà in natura (ma quale natura?) ma è divertente, stimolante, sociale e piena di comfort.
Le tre rattine infatti hanno a loro disposizione una gigantesca gabbia piena di nascondigli come piace a loro, socializzano tra loro e con gli umani quando ne hanno occasione, e quando vengono liberate nell’ambiente si comportano come qualsiasi animale domestico: curiosando e facendo esperienza di tutto quello che c’è.
Abbiamo chiesto a Francesca cosa l’ha portata a fare una scelta così originale e lei ci ha risposto che è stato merito di un cane che ha avuto anni fa, Chicco. E’ stato infatti grazie alla relazione e all’osservazione di Chicco che Francesca è approdata a un pensiero antispecista, critico verso ogni forma di dominio ed oppressione.
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