La LAV chiede a tutti di inviare questa lettera (anche modificata o ridotta, ma cambiando l’oggetto per evitare eventuali filtri) a tutti i membri del consiglio della Regione Toscana sotto indicati.
Facciamo sentire la nostra voce
To: m.taradash@consiglio.regione.toscana.it ; m.staccioli@consiglio.regione.toscana.it ; m.spinelli@consiglio.regione.toscana.it ; m.sgherri@consiglio.regione.toscana.it ; g.santini@consiglio.regione.toscana.it ; r.russo@consiglio.regione.toscana.it ; m.ruggeri@consiglio.regione.toscana.it ; l.rossetti@consiglio.regione.toscana.it ; M.Romanelli@consiglio.regione.toscana.it; m.remaschi@consiglio.regione.toscana.it ; r.pugnalini@consiglio.regione.toscana.it ; g.pellegrinotti@consiglio.regione.toscana.it ; g.parrini@consiglio.regione.toscana.it ; n.nascosti@consiglio.regione.toscana.it ; s.mugnai@consiglio.reigone.toscana.it ; a.monaci@consiglio.regione.toscana.it ; f.mattei@consiglio.regione.toscana.it ; l.matergi@consiglio.regione.toscana.it ; p.marini@consiglio.regione.toscana.it ; c.marignani@consiglio.regione.toscana.it ; p.marcheschi@consiglio.regione.toscana.it ; m.mannesch@consiglio.regione.toscana.it ; a.manciulli@consiglio.regione.toscana.it ; a.magnolfi@consiglio.regione.toscana.it ; d.locci@consiglio.regione.toscana.it ; g.lazzeri@consiglio.regione.toscana.it ; d.lastri@onsiglio.reigone.toscana.it ; e.giani@consiglio.regione.toscana.it ; m.gazzarri@consiglio.regione.toscana.it ; a.gambettavianna@consiglio.regione.toscana.it ; s.fuscagni@consiglio.regione.toscana.it ; i.ferrucci@consiglio.regione.toscana.it ; j.ferri@consiglio.regione.toscana.it ; g.fedeli@consiglio.regione.toscana.it ; g.donzelli@consiglio.regione.toscana.it ; g.delcarlo@consiglio.regione.toscana.it ; n.danti@consiglio.regione.toscana.it ; p.ciucchi@consiglio.regione.toscana.it ; m.chincarini@consiglio.regione.toscana.it ; v.ceccarelli@consiglio.regione.toscana.it ; m.carraresi@consiglio.regione.toscana.it ; v.bugli@consiglio.regione.toscana.it ; e.brogi@consiglio.regione.toscana.it ; c.bini@consiglio.regione.toscana.it ; r.benedetti@consiglio.regione.toscana.it ; s.bartolomei@consiglio.regione.toscana.it ; p.bambagioni@consiglio.regione.toscana.it ; a.antichi@consiglio.regione.toscana.it ; p.ammirati@consiglio.regione.toscana.it ; a.agresti@consiglio.regione.toscana.it ; p.tognocchi@consiglio.regione.toscana.it ; m.tortolini@consiglio.regione.toscana.it ; g.venturi@consiglio.regione.toscana.it ; t.villa@consiglio.regione.toscana.it ; presidente@provincia.grosseto.it; enrico.rossi@regione.toscana.it
Gentili signori
sui “Cacciatori gente seria” abbiamo fortissimi dubbi! Molto più appropriato, e per essere garbati, sarebbe: “Cacciatori gente impudica”.
Il nuovo calendario venatorio della Provincia di Firenze, delegato dalla regione Toscana e approvato in tutta furia solo il 31 luglio, con alcune modifiche imposte dalla regione stessa (su pareri Ispra) , avrà (ha) la sua attivazione già dal giorno successivo, ovvero il 1° agosto.
Da quella data, infatti, potranno essere abbattuti (uccisi):
– Caprioli , indistintamente maschi femmine e piccoli, fino al 30 settembre per ripartire poi con le uccisioni anche a febbraio e marzo 2013 ;
– Daini, Cervi , Mufloni (inclusi piccoli) soppressi senza interruzione anche a ottobre, novembre, dicembre.
Quindi, per quanto riguarda gli ungulati, questa è la risposta della Regione alla problematica relativa ai danni ai vigneti e alle altre colture agricole.
Di fronte al continuo aumento di “classi sociali” di ungulati interessate dagli abbattimenti, compresi i piccoli o le femmine gravide, non si può, crediamo, parlare più di caccia di selezione bensì di caccia di massa. Di una caccia spudorata che si rivolge a mamme e cuccioli. Cade a proposito la frase di Ovidio “la violenza contro gli animali è il tirocinio della violenza contro gli uomini”.
Ma, si sa, lo specismo fa gola a chi di specismo si nutre, “the rest is silent”. La “gente seria” è seria anche nello sterminare. La “gente seria” declama parole che smentisce nei fatti. E’ sul podio e recita la parte.
Il 90% dell’intero calendario riguarda la caccia agli ungulati divenuta ultima frontiera dell’attività venatoria, come avevamo previsto da tempo. Le specie selvatiche ambite storicamente dall’attività venatoria, quali fagiani, lepri, beccacce, sono ormai rappresentate nella maggior parte dei casi da animali di allevamento che vengono continuamente immessi nel territorio ma che sopravvivono mediamente pochi giorni poiché nati in cattività e non abituati allo stato selvatico. Quindi occorrono nuovi e più sostanziosi bersagli
Si sparerà, come sempre, senza avere un censimento preciso e scientifico, assolutamente necessario per la caccia di selezione; gli ATC non hanno al loro interno personale in grado di gestire i censimenti, si affidano unicamente al pathos e all’emotività dei soli cacciatori. Gli esperti, gli specialisti, i naturalisti, gli scienziati sono fuori dal coro degli arruolati.
È curioso inoltre parlare di “caccia programmata” quando questa si svolge unicamente in stato di continua “emergenza”. L’emergenza (caso sporadico) e la programmazione (caso permanente) si contraddicono a vicenda dimostrando ancora una volta quanto siano serie le enunciazioni di chi lavora per la “gente seria”. La Regione ha ormai stabilito la linea politica di vivere in emergenza e di non affrontare la questione ungulati in maniera autorevole, coinvolgendo le Università, assumendosi finalmente una responsabilità verso tutta quella collettività (agricoltori e singoli cittadini) che è interessata ad una ricerca scientifica e non all’implementazione della caccia.
Dobbiamo anche tenere presente che la caccia agli ungulati viene effettuata con armi a canna rigata (carabine monocanna o pluricolpo a canne sovrapposte o semiautomatiche), le quali hanno una portata fino a circa 900 metri, armi che, se non usate con la dovuta perizia, possono causare gravi incidenti, vista la loro enorme portata. Questo aspetto non è secondario, considerato il numero dei morti, dei feriti e degli invalidi permanenti umani riscontrati ad ogni stagione venatoria 141 dal 2 settembre 2010 al 31 gennaio 2011).
In ultimo, ma non ultimo, ci domandiamo se, in un periodo di profonda crisi economica, quando padri e madri di famiglia perdono il lavoro, non riescono a mantenere degnamente i propri figli, vedono servizi, scuola e sanità inesorabilmente tagliati, i finanziamenti che la munifica Regione Toscana, tramite i Piani Agricoli Regionali, rifonde ogni anno alla caccia, sia moralmente concepibile.
Ci domandiamo molte cose ma sempre nel silenzio della democrazia.
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