Puntata listata a lutto per la coincidenza di messa in onda con il Palio di Siena, una delle manifestazioni con sfruttamento di animali più conosciute del paese. Ne abbiamo parlato con Sonny Richichi, co-fondatore della Italian Horse Protection, promotrice fra l’altro di una campagna per la proibizione dello sfruttamento degli animali in palii e altre manifestazioni folcloristiche.
Il Palio di Siena, che pure si richiama a un’antica tradizione, è in realtà un ricco business del quale si fatica perfino a conoscere l’entità: gli organizzatori si guardano bene dal diffonderle. Non è più una corsa per cavalli e fantini del luogo – questa era la tradizione e comportava molto meno sofferenze per gli animali – ma una competizione che richiede ingenti investimenti: i cavalli sono a lungo allenati per questa corsa; i fantini sono professionisti ingaggiati di volta in volta dal miglior offerente.
Da qualche anno il Palio di Siena ha ottenuto addirittura la messa in onda in diretta televisiva sui canali pubblici: milioni di persone dovrebbero appassionarsi alla disputa fra contrade di cui nemmeno conoscono i nomi! Lo spettacolo è in realtà la corsa sfrenata che offre il massimo brivido proprio quando accade un incidente e un fantino cade, un cavallo rotola a terra o si azzoppa.
Lo stesso percorso della corsa, con curve strettissime, sottopone i cavalli a uno stress fisico enorme, che si somma alla sofferenza per essere costretti in un ambiente affollato, in mezzo a migliaia di persone urlanti. Il Palio di Siena, una corsa non di cavalli ma contro i cavalli.
FIRMIAMO LA PETIZIONE POPOLARE CONTRO L’USO DI ANIMALI IN PALII E FESTE POPOLARI
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