Dal successo del Social Forum Europeo che si svolse a Firenze nel 2002, è nata Terra Futura, la mostra-convegno che riunisce ogni anno istituzioni e imprese impegnate in esperienze di sostenibilità ambientale economica e sociale.
Lo scorso fine settimana nella magnifica cornice della Fortezza da Basso si è svolta la nona edizione di questa kermesse.
Promossa e organizzata da Fondazione Banca Etica e Regione Toscana, in collaborazione con una lunga serie di altri soggetti, Terra Futura dal punto di vista degli eventi culturali ha avuto il pregio di organizzare una serie interminabile di seminari e laboratori su importantissimi temi come la crisi globale, il lavoro, le mafie, le politiche fiscali, le energie alternative.
A livello espositori però, dal nostro punto di vista, l’edizione di quest’anno è stata, a dir poco, deludente. Nella passata edizione avevamo appezzato un’area dedicata alle pratiche cruelty-free che però, quest’anno, è risultata assente. In compenso passeggiando tra i corridoi abbiamo notato un venditore di prosciutti che affettava un cosciotto con grande disinvoltura, a pochi passi da un produttore di scarpe cruelty-free. Questa commistione ci è sembrata scriteriata, ovvero mancante di un criterio, e abbondante di cattivo gusto e valori antiquati: PIU’ CHE DI TERRA FUTURA CI E’ PARSA UNA TERRA PASSATA E GIA’ PER MOLTI VERSI REMOTA…
Alessandra Giannini e Massimo Chiari della redazione di RESTIAMO ANIMALI hanno fatto un blitz alla Fortezza, selezionando per gli ascoltatori le esperienze nelle quali hanno riconosciuto lo sforzo sincero di costruire una Terra Futura che, sarà, non potrà essere che una terra “cruelty free”.
Purtroppo le politiche toscane a favore di alta velocità, termovalorizzatori, rigassificatori, nuovi supermercati, nuovi insediamenti ikea, ampliamenti aeroportuali e devastanti sotto-attraversamenti non sembrano avere risentito un granché delle proposte e dei dibattiti che si svolgono ogni anno alla Fortezza, finanziati dalla stessa Regione Toscana. Ci chiediamo che relazione ci sia tra l’evento Terra Futura e la cultura politica toscana.
La domanda che ci piacerebbe rivolgere agli organizzatori è: ma questi nove anni di Terra Futura, a chi giovano?
Hai ragione, anch’io ho notato una forte mancanza di coerenza e sensibilità rispetto alle “buone pratiche di sostenibilità” sbandierate come slogan per la Fiera. Il mio stand era vicino al prosciutto di cui parli e per me, per la mia ragione di essere lì proponendo un prodotto “cruelty free” è stato davvero di pessimo gusto. Più volte sono stata richiamata dall’organizzazione perché “infastidivo”, con la presenza dei miei ospiti che si provavano le scarpe che esponevo, i consumatori di prosciutto e porchetta seduti ai tavolini gialli poco distanti da me…