Incontro la Sig. ra Maria davanti alla clinica veterinaria di Sesto che mi dice essere diventata casa sua.
Partiamo alla volta della prima colonia di cui lei si occupa (4 in totale) e vediamo una casetta di legno che, mi dice, aver provveduto lei ed altre gattare a costruire; le cose si fanno così chiedendo aiuto agli amici più capaci e raccomandandosi a giro per recuperare il materiale.
La casetta è dignitosa con uno strato impermeabile, acqua e cibo. Mi dice che i gatti si fanno avvicinare da loro che li cibano… ma è bene che così non sia perché un gatto docile può essere preda di malintenzionati.
>Mentre ci spostiamo verso la seconda colonia che mi vuol far vedere, mi dice che ha cominciato il “mestiere di gattara” quando è andata in pensione; allora, avendo il tempo di guardarsi attorno, si è accorta di quanto lavoro ci fosse da fare; la mattina parte alle 6 e non torna a casa prima delle nove. E poi c’è da far la spesa, comprare cibo e medicine per i gatti…
Arriviamo lì dove c’è un concentramento di gatti, attirati da carcasse di polli, conigli ecc..dietro una casa pericolante (chissà dentro quanti animali morti ci sono, mi dice lei) qualcuno porta della carne cruda e dell’acqua che però si riempie di animali e terra. Lei porta scatolette ed acqua pulita, ma non basta. Lì nessuno si preoccupa della cura e soprattutto della sterilizzazione dei gatti. Il cibo lasciato fa solo da esca per i gatti che continuano a riprodursi (ne avvistiamo una nera con una bella pancina). Le sterilizzazioni vengono fatte gratuitamente dalle ASL. Peccato però che poi non abbiano un posto dove far passare la convalescenza agli animali. Il che, ovviamente, vuol dire condannarli a morte.
Chiedo a Maria un rapido conto: una gatta va in calore 2 volte l’anno; da ogni cucciolata nascono mediamente 5 gatti con maggior probabilità femmine… e così via. Si condannano a nascere gattini che moriranno di fame, malattie o investiti (la zona è vicina ad una strada ad alto scorrimento).
Cosa si può fare, le chiedo? Far pressione sull’amministrazione, telefonando all’Ufficio ambiente e territorio che si dovrebbe occupare della faccenda cosa che invece non fa. L’Amministrazione comunale dovrebbe fare un bando per farsi aiutare da qualche associazione (“la racchetta” un tempo) in grado di aiutare con sterilizzazioni, unica vera soluzione a questo grosso problema. <
Le gattare da sole, pur facendo uno sforzo enorme, non possono e non devono sobbarcarsi questo onere che spetta invece all'Amministrazione comunale.
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