Di Plutarco filosofo greco che visse sotto l’impero romano sono rimaste diverse opere tra queste troviamo la raccolta di trattati che va sotto il nome di “Moralia” in cui sono contenuti questi scritti raccolti nel volume “Del mangiare carne“.
Il filosofo usando un linguaggio semplice e incisivo disserta contro l’uso alimentare della carne asserendo che è innaturale cibarsi di carne perché non siamo fatti come gli animali carnivori.
È un alimento che arreca danno al corpo e alla mente che viene consumato solo per compiacere la gola.
Afferma che le stragi di animali sono ingiuste e contrarie a qualunque principio d’umanità.
Leggendo queste pagine colpisce l’analisi, l’attualità dei temi e delle parole che ritroviamo anche in libri di autori dei nostri giorni.
Questa contemporaneità però induce una riflessione: a distanza di secoli gli esseri senzienti non umani sono sempre in prima linea a pagare il conto di una cultura specista, nonostante l’impegno di personalità della sfera culturale, di movimenti che si battono per i diritti animali e delle persone comuni che fanno scelte etiche e di nonviolenza.
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