Giuliano tiene in braccio Vegan: è la prima prigioniera di Green Hill data in affido
Si chiamerà d’ora in poi Vegan, è la prima scampata alla vivisezione uscita dagli stabilimenti di Green Hill per essere data in affido. La tiene in braccio Giuliano, attivista del Coordinamento Fermare Green Hill, uno dei cinque che nell’ottobre scorso salirono sui tetti di una palazzina del canilea-lager per invocare la liberazione di tutti i prigionieri.
Con vegan, è partita l’operazione Sos Green Hill. Disposto il sequestro da parte della magistratura, ora è il tempo di sistemare tutti i cani salvati dal canile-lager di Montichiari. La magistratura ha affidato a Lav e Legambiente i 2700 cani trovati negli hangar dell’azienda. le due asssociazioni sono state individuate in quanto firmatarie dell’ultimo esposto, in ordine di tempo, fra i tanti che segnalavano i maltrattamenti in corso all’interno degli stabilimenti.
Lav e Legambiente hanno coinvolto nell’operazione
altre associazioni, in modo da garantire un’efficace e sicura distribuzione dei cani, che hanno bisogno d’essere accuditi con particolare cura, avendo sempre vissuto segregati. Si è deciso di limitare l’area degli affidi alle regioni del Nord Italia (
quella più a sud è la Toscana), in modo da non disperderli troppo. Si tratta pur sempre di
affidi e quindi è necessario mantenere una forma di monitoraggio che sarebbe più difficile su scala nazionale. L’obiettivo ora è svuotare rapidamente il canile-lager,
trovando una sistemazione per tutti.
Sara, portavoce della onlus Vita da cani e del Coordinamento Fermare Green Hill – il gruppo antispecista che ha dato avvio alla campagna – ci ha spiegato quali sono le prospettive della campagna, che non è ancora conclusa, poiché Green Hill formalmente è ancora aperta e in teoria potrebbe riprendere le sue attività.
In Senato è ancora in discussione il recepimento della direttiva europea sulla vivisezione, con l’emendamento italiano che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati, e soprattutto deve proseguire la lotta contro la pratica crudele e antiquata della sperimentazione animale.
Diceva lo scrittore francese Emile Zola: “Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà”.
felicissima ovvio, ma ora mi kiedo, nella mia IGNORANZA, a chi tocca? ai randagi? a qualcuno toccherà lo stesso.
ripeto, felicissima per questa ‘novella dell’orrore’ finita, ma….
io, nel mio, continuo a cercare la certificazione cruelty free [rompendo le oo ; ) ai poveri commessi/commercianti], il più possibile, fin dove posso arrivare. spero nei giovani, nei giovanissimi umani. spero che essendo più informati su tutto, si fermino a riflettere e si ammalino solo di empatia.
Speriamo che venga presto il giorno in cui non “toccherà” più a nessuno. Certo, la chiusura (temporanea) di Green Hill non fermerà la vivisezione, o forse questa multinazionale aprirà un allevamento in un altro Paese, ma è comunque è un piccolo segnale di civiltà.
@Ilaveg: per i prodotti cruelty free, non fidarti dei commessi: loro devono vendere il prodotto e spesso sono ignoranti in materia!! I prodotti cruelty free sono in questa lista: http://www.consumoconsapevole.org/cosmetici_cruelty_free/lista_cruelty-free.html 🙂
grazie dell’informazione, so delle liste e se vedo il “coniglietto” vado un po’ + sul sicuro. Qnd entro in un negozio e mi presentano un prodotto dico subito ke cerco “senza sostanze animali”, “non sperimentato su animali”… poi è logico ke decido io se fidarmi o no. Vedo ke molti nn sn praparati alla richiesta e prendono i documenti del prodotto per controllare, insomma qualcuno si da da fare. Insomma, oggi lo kiedo io, domani qlcn altro… e lo so ke alla fine il dubbio resta, ma ce la metto tutta, dove posso.