Il cavallo, che è il protagonista della playlist e del programma, nell’immaginario rappresenta la libertà, la velocità, l’agilità, la virilità.
Per la cultura tibetana è il simbolo del vento e dell’energia, per Gurdjieff, pensatore non certo animalista, è la metafora delle emozioni che vanno domate.
Ecco i brani
1. Bryan Adams – Here I am
Artista vegano dall’inconfondibile voce raucedinosa e la cifra stilistica che si rifà a un rock melodico. Autore di diverse colonne sonore tra qui quella di un cartone della Walt Disney: Spirit – cavallo selvaggio. Niente di meglio per iniziare la puntata.
2. Matia Bazar – Cavallo bianco.
Un successo degli anni ’70 di un gruppo pop che riusciva a coniugare melodia e innovazione riuscendo spesso a creare canzoni che sono rimaste nella storia della musica italiana, grazie anche agli arpeggi vocali di Antonella Ruggiero.
È una canzone che parla di libertà, ribellione, voglia di cambiamento in un’Italia governata dal perbenismo e dalla Chiesa, quindi lontana dai suoni che provenivano dai Doors (Riders on the storm) o dai Rolling Stones (Wild Horses).
3. Sa Ding Ding – Blue Horse.
Una giovane cantante Cino-tibetana che è riuscita a conquistare anche i mercati occidentali. Riesce a mescolare elettronica con strumenti tradizionali orientali e mantra. Canta in mandarino e in sanscrito; dal vivo si esibisce in danze e coreografie degne di una pop star americana.
4. NoFX – You’re wrong
Band californiana punk-rock che si è formata nel 1983. I testi sono fondamentali per i temi trattati: razzismo, questioni sociali, religione, temi politici e a volte anche di tematiche animaliste.
Questo brano ne è un esempio, anzi si potrebbe dire quasi un manifesto del loro pensiero.
5. Prefab sprout – Wild horses.
Un nome un po’ tecnologico per un gruppo che ha saputo costruire melodie accattivanti mai banali. La vena compositiva di Paddy McAloon accompagnata spesso dalla produzione di Thomas Dolby hanno prodotto alchimie sonore indimenticabili dal vago sapore retrò.
Questo brano è estratto da un concept album “Jordan the comeback”.
http://youtu.be/2xOke9yb_mk
6. Olafur Arnalds – Undan hulu.
Musicista vegetariano islandese riesce a creare atmosfere che richiamano Satie, Sakamoto, Eno, Tiersen, Mertens.
Le sue composizioni sono intrise di un romantico minimalismo che ci riporta nei nostri silenziosi territori interiori.
Provare per credere!
http://youtu.be/oxRWqirflxk
7. Garbage – Who’s gonna ride Your wild horses
E’ la cover del brano degli U2 confezionata per celebrare l’anniversario di “Achtung Baby”, questa versione di Shirley Manson e soci provano una nuova lettura del brano.
8. PGR – Cavalli e cavalle
Giovanni Lindo Ferretti con la sua voce da predicatore domenicale ci ha abituato a cambiamenti sostanziali: dal punk ossessivo dei CCCP, alla poesia dei CSI, approdando ai PGR che hanno iniziato in maniera intimista grazie anche agli impasti vocali che Ferretti e Di marco riuscivano a fare per finire a un’ultima fase che riporta alle acide chitarre degli ultimi CCCP.
In questa versione del brano il testo viene esaltato grazie all’apporto di Battiato in una specie di remix che ha fatto su alcuni brani del gruppo.
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