Ora che sei incinta almeno un po’ di formaggio…
Vegana? Allora dovrebbe integrare con un multivitaminico.
Lei è quella che mangia strano, vero?
Non mangia derivati animali? Nemmeno le uova?
Finchè rischiavi la tua salute era un conto, ma ora devi pensare anche a quella del bambino.
In nove mesi me ne sono sentita dire tante. Purtoppo ho notato che le peggiori sono arrivate da medici, cioè proprio da esponenti di quella categoria professionale che avrebbe dovuto appoggiarmi e guidarmi al meglio nei cambiamenti – anche alimentari – che inevitabilmente ho attraversato durante la gravidanza. Purtoppo anche i medici non sono esenti dai pregiudizi e dalla tendenza a considerare “scienza” quello che non è altro che una consuetudine alimentare.
Per fortuna siamo nel terzo millennio ed esiste Internet, dove è facile trovare forum di genitori vegetariani e vegani o siti che offrono consigli medici sull’alimentazione senza derivati animali.
La bella notizia è che ho incontrato anche medici, ginecologi e osteriche che non hanno osteggiato la mia scelta, a partire dal medico dell’asl che, semplicemente guardando il mio aspetto definì la mia alimentazione “adeguata” nella mia scheda personale.
Inoltre ho avuto il sostegno di amici, marito e famiglia, peraltro rassicurati dalle mie analisi del sangue sempre nella norma. Perché diciamocelo, una buona arma da portare in tasca contro gli scettici carnivori sono analisi perfette o ancor meglio il tesserino da donatore di sangue.
Assodato che, nonostante la gravidanza, non sarei morta anche con la mia dieta a base di vegetali – quello che i detrattori chiamano “erba” – gli ultimi timori di dare alla luce un esserino rachitico e sottopeso si sono attenuati con la seconda ecografia, che mostrava un bambino in salute, per spegnersi definitivamente dopo l’ultima, che mostrava un bambino paffutello e di dimensioni vicine al limite superiore di lunghezza e peso.
I mesi di gravidanza hanno accresciuto la consapevolezza mia e dell’intera famiglia. L’alimentazione veg, per noi, è anche un modo per lasciare questo mondo un po’ migliore di quello che abbiamo trovato. Quindi abbiamo cominciato a riflettere sui nostri consumi, decidendo ad esempio che avremmo utilizzato i pannolini lavabili al posto degli inquinanti usa-e-getta, o che avremmo chiesto in prestito ad amici con figli più grandi tutti i vestitini e gli oggetti necessari per non aumentare la quantità di rifiuti prodotti nei primi mesi di vita di un neonato.
Ad agosto dello scorso anno ho aperto il blog mammavegana.blogspot.com, in cui ho raccontato le vicissitudini mie e di quello che chiamavo “Robino”, cercando di essere ironica ma al contempo mostrando che vegano si può, anche in gravidanza. Grazie al blog ho scoperto di non essere sola ma che le mamme vegane, vegetariane o aspiranti tali sono più di quanto solitamente si pensa. E, strano ma vero, sono tutte in buona salute. Anzi, come scrive un’amica blogger, “da vegan, non avrai nessuno di quei problemi aimè tanto frequenti per le onnivore: niente stitichezza e quindi niente vene varicose o emorroidi; niente acidità di stomaco e reflusso; niente diabete gestazionale; niente pressione alta!”
Attraverso il blog sono stata contattata da mamme e donne (chissà perché, solo da persone di sesso femminile) che mi hanno chiesto suggerimenti pratici per avvicinarsi all’alimentazione veg, e tabelle nutrizionali per scegliere i cibi e le combinazioni migliori. Ogni volta ho risposto indirizzando verso il forum di Informazione Alimentare e il sito della società scientifica di nutrizione vegetariana, entrambi decisamente più attendibili di una semplice blogger che preferisce limitarsi a raccontare la propria personale esperienza.
Anche in ospedale, nei due giorni di degenza, è stata rispettata la mia scelta vegana, nonostante non fosse ben chiaro a tutti il significato del termine. La sera del secondo giorno, infatti, l’inserviente mi propone un piatto di seppioline in umido. Al mio rifiuto, perplessa, mi dice: “Ah, non le mangia? Ma è pesce! Di solito le nostre pazienti vegetariane il pesce lo mangiano…” Per fortuna dopo poco dal carrello esce inaspettatamente un ricco piatto di legumi.
Valerio è nato a fine febbraio, alla nascita pesava più di 4 kg e si è subito dato da fare per crescere ulteriormente in larghezza e in lunghezza. Ora ha appena compiuto 4 mesi ed è doppiamente vegano, perché mangia solo latte prodotto apposta per lui, da una mamma della sua stessa specie, e non “rubato” ad un vitellino. E poi, perché la mamma continua tutt’ora ad essere vegana.
Anzi, oggi lo sono ancor più convintamente, vivendo ogni giorno la gioia ma anche la fatica dell’allattamento e considerando più preziosa dell’oro ogni singola goccia di latte che esce dal mio seno, nel latte di mucca non vedo più solo una generica sofferenza ma percepisco sulla mia pelle il furto perpetuato ai danni di un’altra mamma, e non ha importanza che sia una mucca e non una donna.
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