Visti da vicino

23/12/2012 – Visti da vicino: la colonia felina di Torre argentina



Vi ricordate “Romeo, er mejo gatto der colosseo”?
Non voglio parlarvi degli Aristogatti ma del rapporto,  che per gli umani sembra essere molto controverso, 
tra felini e archeologia

.

L’antefatto è questo: a Roma nell’area archeologica di Largo Argentina, la seconda più grande area sacra dopo quella del Verano, si è formata nel tempo una vasta e ormai famosissima colonia felina, 
la colonia dei gatti di Torre Argentina: lì “gattari e gattare” si prendono cura di oltre 250 mici

.

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Se non credete che una colonia felina possa essere una grande attrazione date un’occhiata al sito internet multilingue www.romancats.com che in home page RECITA Welcome to the site of Torre Argentina, Roman Cat Sanctuary e al suo interno si definisce come l’Online newspaper about the Cat Sanctuary and its volunteers” ovvero il quotidianno on line sui gatti del Santuario e i suoi volontari.

Lo slogan che si legge sulla brochure dell’associazione di volontari che accudisce la colonia dal 1995 è il seguente: “Visitate il luogo ove una volta governavano gli imperatori e ora regnano i gatti“.

All’interno dell’area è stata costruita abusivamente una piccola clinica veterinaria . Si tratta di un locale che non può ottenere l’abitabilità in quanto non rispetta l’altezza minima di legge per poter soggiornare, ma che, per chi deve accudire tutti quei gatti, rappresenta un supporto irrinunciabile.

Improvvisamente tra fine ottobre e inizio novembre di quest’anno, si è scatenato un putiferio mediatico sulla questione.
Il quotidiano REPUBBLICA ha fatto da megafono alla denuncia della sovrintendente ai beni Archeologici  di Roma, Mariarosaria Barbera, la quale ha affermato che “occorre ripristinare la legalità nell’area, 
eliminando ogni elemento abusivo” . “L’amore per i gatti – ha aggiunto Barbera –  non ci faccia perdere di vista le responsabilità degli uomini e il rispetto della legalità”.

Dopo questi clamori il caso è approdato in Parlamento: con un’ interrogazione al Ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi affinché chiarisse la questione dell’abuso edilizio nell’area.

Tra le voci a favore della demolizione ci sono quelle della vice responsabile Cultura del Pd, Rita Borioni
 e quella dell’ex soprintendente ai beni archeologici di Roma Adriano La Regina. Una voce fuori dal coro è quella del Sovrintendente ai Beni culturali del Campidoglio, Umberto Broccoli, che è anche uno scrittore e una voce di Radio Rai 3. Broccoli dice che occorre mediare tra le esigenze salvaguardando sia le aree monumentali che le colonie feline. Ma poi si sbilancia aggiungendo che “in ogni caso con buona pace di tutti gli intellettuali considero importanti i gatti e gli altri animali almeno quanto i Beni culturali”.

Anche il sindaco Gianni Alemanno ha preso una posizione netta e precisa e su Twitter scrive “Mi dispiace per tutti i Sovrintendenti, ma io e il mio gatto certosino siamo dalla parte dei gatti di Roma. E guai a chi li tocca”. Nel giro di poche ore, è stato istituito un sito internet (ovviamente in più lingue) ed è partito un mail-bombing a tutti gli angoli del mondo verso le varie sovrintendenze romane.

Anche noi di Restiamo Animali abbiamo inviato una mail di protesta facendo notare che nel Settembre del 2001, il Presidente del Municipio Giuseppe Lobefaro, assegnò ai felini dell’area archeologica di largo Torre Argentina 
il titolo di ”patrimonio bioculturale di Roma”. Il clamore è stato grande se oggi nello stesso sito internet si legge che la colonia felina di Torre Argentina ha riscosso un “consenso mondiale” concretizzatosi in decine di migliaia di email.

Il 4 di dicembre scorso il Sindaco Alemanno ha visitato la colonia e ha espresso proposte favorevoli e costruttive che debbono ora essere ufficializzate. Gli agguerriti gattari oggi chiedono di mandare una mail x ringraziare le autorità è un modo per fare pressione e obbligarle a formalizzare le promesse perché purtroppo “non è ancora possibile cantare completamente vittoria”.

Il link da usare per ringraziare il sindaco Alemanno (cosa che anch’io ho prontamente fatto, per amore felino nonostante le mie non trascurabili differenze di vedute) è: http://www.catsdb.com/appealhome.htm

La cosa che vorrei dire ad Alemanno è che in nome del decoro vengono sgomberati non solo cani e gatti ma anche umani, com’è accaduto e accade per gli improvvisati giacigli di poveri, migranti,  senza fissa dimora e per le fatiscenti baracche dei rom. Vorremmo che stare dalla parte delle più diverse specie di animali non umani, ci aiutasse a stare anche dalla parte degli animali umani che non ci somigliano
e che facciamo fatica a comprendere. Impariamo dai gatti, che convivono pacificamente in 250, nella stessa area arecheologica.

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