Per la lettura della settimana vi proponiamo un grande classico, “La giungla”, di Upton Sinclair. Uscito nel 1906, “La giungla” è un romanzo, che si avvale però dei risultati di un’approfondita inchiesta giornalistica nel macelli di Chicago e fra i lavoratori di quei grandi stabilimenti. Questo libro fu la prima, potente denuncia delle terribili condizioni esistenziali dei lavoratori, sfruttati e umiliati, ma anche storditi dalle ore trascorse alla catena di montaggio, ma è più corretto dire di smontaggio, qual era l’organizzazione interna ai mattatoi di Chicago. Una catena di montaggio che precedette addirittura quella che sarebbe stata impiegata nella fabbriche di automobili Ford.
Il libro di Sinclair è sconvolgente, per la denuncia delle spaventose condizioni di vita della classe operaia: sottopagata, senza alcuna tutela, sottoposta alle angherie dei padroni, specie le donne, e obbligata in fabbrica a convivere con le urla, lo strazio, il sangue, le interiora di migliaia di animali. “La giungla” fu anche una potente denuncia delle adulterazione alimentari: la carne era ottenuta in condizioni igieniche spaventose, nelle salsicce finivano anche animali morti, sangue raccolto da terra, topi, escrementi. Nel romanzo un operaio caduto in una vasca, finisce anche lui nella produzione di strutto. Lo scandalo fu tale che si arrivò all’approvazione di nuove leggi sull’allevamento e i macelli.
“La giungla” è un libro storico ma di incredibile attualità: oggi i macelli sono enormi fabbriche di animali e chi vi lavora è la parte più debole della classe operaia, spesso immigrati. Anche il protagonista del libro è un immigrato, il lituano Jurgis Rudkus, che esce abbrutito dall’esperienza ai macelli e fra le altre cose finisce nel vortice dei debiti causati dall’incauto acquisto di una casa, deciso ingenuamente sulla base della lettura dei volantini pubblicitari di astuti e disinvolti immobiliaristi. Jurgis perderà la casa. Non sfugge la similitudine con il fenomeno dei mutui subprime.
Jurgis, afflitto da continui soprusi e disavventure, prende via via coscienza della propria condizione e approderà al sindacato e alla fiducia nell’ideale socialista. Sinclair, che pubblicò a puntate la versione originale del suo romanzo su un periodico del Partito socialista statunitense, diventò vegetariano.
Gli animali, le torture loro inflitte, descritte con un realismo che arriva a disturbare il lettore, ma è un disturbo che introduce alla presa di coscienza, sono gli altri, dolenti protagonisti di questo intenso e tremendo romanzo. Una possibilità di riscatto e di liberazione, un giorno, dovrebbe toccare anche a loro.
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