Caccia, lo strano caso del Piemonte. La regione governata dal legista Roberto Cota si sta esibendo in spericolate operazioni politico-amministrative pur di restare ancorata a un antiquato e crudele passato e compiacere la lobby dei cacciatori e degli armieri.
Nel giugno scorso la giunta Cota, spaventata dal possibile esito del referendum regionale sulla caccia (il voto popolare è sovrano solo a certe condizioni, evidentemente), aveva trovato una soluzione imprevedibile: abrogare tout court la legge regionale sottoposta a referendum, che quindi non si è tenuto.
Si era così creato un vuoto legislativo – restavano in vigore solo le norme nazionali – ma cacciatori e amministratori regionali speravano di mantenere in questo modo libertà di uccisione degli animali.
Il Tar ha invece accettato un ricorso delle associazioni animaliste,bloccando così l’avvio della stagione venatoria.
La giunta Cota, proseguendo nel suo servile fiancheggiamento della lobby venatoria, ha approvato in tutta fretta una delibera – anch’essa di dubbia legittimità (anche su questa giudicherà presto il Tar) – per consentire l’apertura, sia pure parziale, della caccia.
Ne abbiamo parlato con il presidente della Lac Piemonte. Qui tutti gli aggiornamenti.
Discussion
No comments yet.