Ci siamo occupati la settimana scorsa di Coop Italia, per commentare un premio ricevuto da una commissione internazionale che si occupa di – fra molte virgolette – benessere animale negli allevamenti. Dicevamo che quel premio è in realtà molto amaro, perché è arrivato a Coop Italia grazie a leggere migliorie delle condizioni di detenzione e soppressione di galline e altri animali.
Stavolta Coop Italia annuncia che – non prima di avere ultimato le scorte – sospenderà la vendita di foie gras, il fegato d’oca e di anatra ottenuto con l’ingozzamento forzato degli animali, una pratica molto umana e molto crudele tipica della Francia e di altri paesi europei.
La scelta di Coop è una buona notizia, naturalmente, per quanto il foie gras sia venduto in grandi quantità soprattutto in altri paesi, e non in Italia. Noi speriamo, in realtà, che questa scelta faccia riflettere i dirigenti, i soci e i clitni di Coop sul fatto che galline, mucche, conigli, maiali e gli altri animali allevati e uccisi per essere trasformati in cibo, subiscono segregazioni e torture altrettanto ingiuste di quelle inflitte ad anatre e oche da foie gras.
Mettere al bando questo “alimento”, tutto sommato, è piuttosto facile, sia per come è prodotto sia per il suo limitato appeal sui consumatori; andare fino in fondo e scandagliare tutti gli aspetti implicati dai presupposti etici dichiarati – in questo caso il rifiuto di inutili crudeltà – comporta un impegno maggiore, ma è lo sforzo da fare se si hanno a cuore la propria coerenza, l’onestà intellettuale e naturalmente il senso di giustizia.
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