Noi, cittadini inurbati, non abbiamo familiarità con gli animali rapaci e selvatici, ed è giusto così, anche per il loro bene. Ma a fare le spese della cementificazione, della modificazione del paesaggio, dell’intubamento dei corsi d’acqua, dell’inquinamento di aria e fiumi, della chimica che viene usata in agricoltura e – naturalmente – della caccia, che tutt’oggi viene infaustamente consentita come sport, sono proprio loro, gli animali selvatici e i rapaci. Tali animali sono di proprietà demaniale e diversamente da altri tipi di animali il loro possesso è vietato; chi ne trovasse uno sarebbe tenuto a consegnarlo immediatamente alla Forestale.
A Vicchio, un piccolo gruppo di volontari appassionati di questo genere di animali, dopo avere semplicemente lavorato come staffette verso i centri più attrezzati di Livorno e Parma ha deciso di aprire un Centro Recupero Rapaci affiliato alla Lipu. Si tratta di un servizio imprescindibile per soccorrere uccelli e altri animali selvatici trovati ancora vivi dopo qualche tipo di incidente. Il centro ospita ogni anno un numero variabile fra i 250-300 rapaci, più un enorme numero di nidiacei che vengono “salvati” e portati al centro in primavera-estate, nel periodo in cui si dischiudono le uova e i piccoli sono maggiormente a rischio. Inoltre il Centro ospita uccelli posti sotto sequestro. Il recupero e il reinserimento in natura tocca il 60/70% dei casi. Per gli altri non c’è niente da fare e per le menomazioni che riportano è necessario sopprimerli. E’ una decisione difficile e dolorosa, ma per un rapace, per un selvatico, vivere in una gabbia è una sofferenza inaudita. Vengono tenuti in gabbia vivi alcuni soggetti particolarmente docili o che hanno vissuto troppo a lungo in relazione con l’uomo. “Non sanno di essere quello che sono” ci dice Paola quindi possono vivere in condizioni di cattività senza troppo soffrire, e vengono utilizzati per la didattica, vengono mostrati alle scolaresche per far capire ai bambini che esistono anche animali diversi dai cani e dai gattini cui siamo avvezzi
Al centro ci finiscono i più diversi animali tra cui falchi, bianconi, ghiandaie, barbagianni, allocchi, ricci, istrici, volpi, cinghiali, tassi, ma anche passerotti, piccioni, rondini e tantissimi altri.
L’incidente più ricorrente è l’impallinamento volontario da parte dei cacciatori, anche a specie protette, poi ci sono le trappole dei bracconieri, gli investimenti in strada o comunque le collisioni con i mezzi a motore, infine i danni provocati dai cavi dell’alta tensione, specialmente a quei volatili che hanno una grande apertura alare, che le misure standard degli elettrodotti non hanno messo in conto.
I casi più gravi vengono mandati a Livorno e al centro nazionale di Parma della Lipu, grazie a dei volontari che fungono da staffette, e che non bastano mai.
Tenere aperto il centro è uno sforzo eroico, un investimento gigantesco di energie, a spese di pochissime persone che non mollano nonostante le difficoltà e che continuano a salvare questi piccoli e grandi animali.
Al centro di Vicchio non c’è nemmeno un bagno: chi ci lavora ha preferito devolvere le risorse – sempre scarse – a favore degli animali piuttosto che a favore del proprio confort. Pensate che per nutrire un passerotto o un altro piccolo uccello caduto dal nido in età ancora non autonoma, occorre imboccare i piccoli ogni 30 minuti: significa che i volontari portano le gabbiette o le scatole bucherellate con dentro gli animali anche al lavoro, ovunque siano, e con una siringa cercano di sopperire a quello che qualche cacciatore o fatalità, ha loro tolto, cioè una madre in grado di accudirli.
La finalità del Centro è curare, guarire, eppoi reimmettere gradatamente in natura gli animali e per farlo l’imprinting dell’uomo dev’essereminimo. Questo presuppone che chi si occupa di questi animali non deve immaginare di avere contatti come con altri tipi di animali: in questo caso l’amore si esprime proprio evitando al massimo le carezze, per lasciarli più “selvatici” che si può, prevenendo quella dipendenza dall’uomo, che, una volta reinseriti in natura, sarebbe loro fatale.
Da una parte, quindi, in grandi voliere con un accesso minimo da parte dell’uomo, si trovano tutti quelli che si potranno gradualmente reinserire in natura.
Dall’altra, in una sezione didattica aperta alle visite, ci sono quelli che non potranno più tornare in natura perché troppo menomati fisicamente e troppo imprintati dall’uomo ma che, almeno, con la loro storia e la loro presenza, sensibilizzeranno quegli umani interessati a rimettere in discussione il loro ruolo rispetto al resto dei viventi.
L’invito a tutti i cittadini è di sostenere il centro rapaci di Vicchio, interessandosi alle sue attività e difficoltà affinché – con la crisi che stiamo attraversando e i tagli indiscriminati di risorse – questa meritoria realtà non sia costretta a scomparire.
Il centro cerca volontari che aiutino nelle attività di tutti i giorni. Si va da lavori di manutenzione delle strutture, all’assistenza agli animali in degenza, dalla manutenzione del verde, all’accoglienza animali feriti.
Lo si può fare in tanti modi, sia con il denaro sia con il lavoro volontario, apprezzatissimo anch’esso:
1) tesserandosi proprio presso il centro rapaci (invece che alla Lipu nazionale) la quota della tessera andrà interamente a favore del centro
2) mettendosi a disposizione per qualche stallo o affidamento temporaneo
3) dedicando qualche ora di lavoro mensile o settimanale a questa realtà: il centro infatti cerca volontari che aiutino nelle attività di tutti i giorni. Si va da lavori di manutenzione delle strutture, all’assistenza agli animali in degenza, dalla manutenzione del verde, all’accoglienza animali feriti fino al servizio di staffetta.
5) donando farmaci, alimenti, materiali, tutto quello di cui c’è bisogno e la lista è assai lunga.
6) organizzando cene o altri eventi di raccolta fondi da destinare al centro
Centro Recupero LIPU del Mugello Vicchio (FI) – Tel. 347 8781971
crrlipumugello@libero.it
http://www.lipu.it/Oasi/oasiDettaglio.asp?50
Le foto dei rapaci
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