Il libro di cui parliamo oggi è “Perchè amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche” della psicologa e ricercatrice Usa Melanie Joy (edizioni Sonda 2012).
Come è evidente fin dalle prime pagine , Melanie Joy in questo saggio si rivolge in primo luogo a chi mangia ancora carne e, attraverso un metodo deduttivo fatto di domande incalzanti e risposte puntuali, cerca di portare alla luce i meccanismi, psicologici, culturali e ideologici, che nella società occidentale contemporanea, permettono alla maggior parte delle persone di mangiare la carne degli altri animali . Una condizione che però ci fa vivere quotidianamente in una contraddizione psicologica ed etica di cui spesso non abbiamo nemmeno consapevolezza: cioè quella di chi da un lato ama (anche in maniera profonda) gli animali (soprattutto quelli da noi definiti “da compagnia” – in primis cani e gatti) ma allo stesso tempo continua a ucciderne e mangiarne altri.
Perché questo è possibile?
All’interrogativo Melanie Joy risponde coniando un nuovo termine: CARNISMO
Il carnismo, contrapposto al vegetarismo e al veganismo, spiega Melani Joy è quella ideologia dominante, così radicata da diventare “senso comune” e quindi da essere invisibile e non riconosciuta, che rende accettabile, anzi di più normale e naturale, mangiare la carne degli altri animali.
Il CARNISMO è in sintesi un sistema ideologico fatto di credenze e convinzioni condivise basate – come spiega ancora Melani Joy – in primo luogo sulla violenza: alla base del carnismo c’è infatti l’uccisione degli altri animali (la carne non esiste senza macellazione). Ma questa violenza costitutiva del carnismo viene nascosta perchè in realtà è insopportabile per la maggior parte delle persone. Per questo il sistema carnista dominante è stato costretto ad usare numerosi meccanismi di difesa e di occultamento della realtà: il primo è più evidente è quello di nascondere macelli e allevamenti intensivi . Ma non solo: fondamentale è rendere le vittime del carnismo invisibili e ferle percepire come se fossero oggetti anziché individui, anche attraverso un linguaggio spregiativo.
Nel corso del saggio Joy svela e analizza i vari meccanismi che caratterizzano questo sistema anche mettendoli a confronto con altre ideologie violente e dominanti del passato (dallo schiavismo al nazismo) mettendoci soprattutto in guardia da tutto quello che è conservazione, status quo, da tutto quello che ci hanno insegnato a considerare “normale”. Perchè, come diceva George Bernard Show, “la consuetudine farà abituare le persone a qualsiasi atrocità”.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0P7XVIGA_Ok
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