Se il Paradiso esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l’apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio?
Così scriveva nel 2001 il poliedrico Giorgio Celli: scienziato, scrittore, attore e politico, di cui l’11 giugno si è celebrato l’anniversario della morte. Molti di noi, in particolare quelli che erano bambini negli anni ‘80 se lo ricordano come autore e conduttore della trasmissione televisiva Nel mondo degli animali, andata in onda dal 1992 al 1998 su RaiTre. Lo scrittore Aldo Grasso, autore dell’enciclopedia della TV, ricorda l’autorevole conduttore con queste parole: “Unendo il rigore delle informazioni ad un tono ironico e bonario, sviluppa un originale racconto televisivo che rifugge dal consueto punto di vista antropocentrico, per privilegiare inedite e singolari prospettive di osservazione”.
Amava particolarmente i gatti, tanto da citarli costantemente nei propri libri e portarli con sé durante le registrazioni della sua trasmissione. Diceva di loro con sincera ammirazione: “I gatti sono stati i miei maestri di etologia. Maestri senza parole ma con gesti trasparenti; ed io, a poco a poco, sono diventato un loro ammiratore e loro complice”.
Celli era uno zoofilo, non un vero animalista: nel 2005 dichiarò di essere favorevole alla realizzazione dello Zoo Safari di Ravenna, sostenendo che “Se vogliamo incentivare l’amore per gli animali, dobbiamo sviluppare una macchina educativa. Alle persone, e in particolare ai bambini, dobbiamo far vedere gli animali reali”. A lui va comunque la dedica di questa trasmissione, in ricordo di tante altre battaglie in favore degli animali.
Condividiamo quanto disse al funerale il preside di Agraria, Andrea Segré: Celli ci ha trasmesso la passione per la cultura della natura, era sempre pronto a mettersi in gioco, come ogni vero scienziato dovrebbe fare.
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